305 MDXXF, AGOSTO. 30G con 100 arcieri et 80 homeni d’arme resloe in Parma, acompagnato da domino Paulo Camilo Triulzi et quel altro Piola, quali da 1000 vilani imboscati nel ritorno con 300 cavali lizieri fono asallali, et con dili nimici sono venuti scaramuzando per mia 8, et cussi, eri sera, ritornorono in Cremona, et manca 4 homeni d’arme francesi, et hanno presi di quelli de li nimici 4. Et zonto che fu dillo Paulo Camilo Triulzi, el suo cavalo crepò da tanto straco ebbeno, et Sagran ha referito a Lulrech quello li ha mandato a dir suo fradelo monsignor di Lescu. Et cussi ozi andando a messa, esso Lutrcch disse al nostro Secretarlo: « La Signoria ha pochi fanti; so non hanno in campo 2000 », con altre parole ut in litteris. Scrive, quello voi li fanti per meterli in questi casteli di là di Po, pertanto replica la Signoria fazi fanti, dicendo : « Se ’I Re perderà, la Signoria non ne starà bene. Non bisogna parole, la scrive voi far e non fa, la tien Malatesta Bajon in Verona e il signor Janus in Brexa; a che perder quelle zente? che pericolo è di le terre? se i fosse in campo, si potria da più bande molestar li nimici. Non bisogna tanti consegii come fate in la cosa di la guera. Sapete? io feci uno solo consejo a Milan; io non molerò in pericolo se non sarò cerio di vadagnar; quelli di Venecia non sanno far guerra, in uno ponto consiste la vitoria » con altre parole. Esso Secretano rispose accomodatamente a tulio. Dìi dito, date a dì 24, hore 24. Scrive co-loqui auti con monsignor di Lulrech, replicando pur la Signoria non ha fanti 2000, e scrive zanze che Pavera 8000 zonti siano li valesani e grisoni, bisognaria la ne havesse 10 milia « non si mele quelli tenete in custodia de le terre vostre ». Scrive, li disse come uno capitano corso li havia parlato per via dii conte Piero Navaro, havia el modo de haver G00 fanti corsi sono in campo de i nimici, e saria la Si-183* gnoria li lolesse; però dovesse scriver li toy, e tanto manco fanti harano li nimici in campo. Poi parlò al Governador e conte Piero Navaro e lui Secretario se ritrasse. El qual capitanio corso poi li parloe dicendo ne harìa 200 fanti, perchè altri 40 sono francesi, et Lulrech non li voi, et voria li fosse dato aloza-menlo a Ponte Vigo venendo li ditti fanti, quali fu-zerano da li nimici. Li rispose non haver questo or-dene. Scrive, dillo Sagran è ritornalo di Parma venendo scaramuzando con i nimici, et li mancha do arzieri ; dice Lescu sta in Parma di bona voja. Scrive, è zonto li in campo el cavalier Cavriana, non sa la causa. Lulrech non è senza suspeto di tal soa venula, pur lemporiza. Scrive di uno caso seguilo, | I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXXI. che passando el ponte sora.........Francesco Bernardin Batajon fiol dii Colatemi nostro, qual è homo d’arme in la compagnia di............ el cavalo con lui suso si butò nel liume. Lui era armato, non si potè ajular et si anegò, el il cavalo si prevalse. Scrive, in dite letere aver aulo la lelera inler-cepla di Antonio Bagaroto comissario e ambasador dii marchese di Mantoa apresso la Cesarea Maestà, e l’ha monslrata a Lulrech etc. Item, li venturieri di monsignor San Valier fin do zorni saranno qui a Cremona. Da poi fo leto le altre letere venule ozi in Pre-gadi, Franza et Anglia, et fo principiato di Anglia. Di Cales, dii Surian orator nostro, date a di 7. Scrive coloqui auti col Cardenal, qual li replicò di Francesco Maria olim ducha di Urbin quanto scrisse per le altre, et è mal la Signoria toy il Papa conlra. Al che l’Orator rispose nulla sapeva, el che l’era nobile nostro e poteva abitar a Venecia e nel Stato, perchè la Signoria dà recapito a tulli li signori exuli, come fece al Papa et fradeli quando la caxa loro fo cazada da Fiorenza ; ma clic la Signoria volesse darli fomento per far guerra al Papa e recuperar el suo Slado, leniva non esser vero: sicliò soa reverendissima signoria restò satisfata. Poi li disse la voleva andar a Brusa vedendo questi oratori cesarei dir non haver mandato, el che li baslava l’animo, parlando con Plmperador, di far almen Irieve, licet li francesi non vogliono Irieve. Dicendo de lo noze si diceva tralava con la fiola dii suo Re, non è vero, e di tal noze l’imperador ha rason, per esser quella di Franza pula, e Plmperador stando aspe-tarla harìa più di 30 anni, eie. con altre parole ut in litteris, et parliria a dì 10 di questo. Scrive, come li oratori francesi resterano qui fino el ritorni, che non sarà più di 7 zorni. Non sa quello lui Orator nostro debbi far, andar o slar, etc. Dii ditto, di 8. Coloqui auli col Gran canzelier di Franza zercha questa andata a Brusa dii Cardenal, e che il suo slar qui sarà con poca reputazion dii re Cristianissimo, con altre parole bene ìiinc inde dite, et che li comunicherà ogni cosa per Io amor porla el Re a la Signoria nostra. Scrive, aver ricevuto nostre con la letera dii re di Ilongaria a questa Maestà e con sumari di nove di Ilongaria, unde parlò al Cardenal et li dele la lelera. Se maravegliò fosse stà mandata per questa via. Disse esso Orator, lui esser slato orator in Ilongaria 4 anni però quella Maestà lo havia voluto oprar. Disse soa signoria mandava la lettera al Re eie., et che ’1 voleva alender a unir li 20