221 MDXXI, AGOSTO. 222 Arclio a uno Antonio babilonie in Verona, con una letera dii cornissario del Papa è a Trento, va al co-missario del Papa è a Nlanloa, per la qual rechiate li mandi danari per pagar li fanti ; la qual manda inclusa. Scrive, li cavali lizieri et zelile è aviate a li passi, et hanno lelere del Capitanio dii Lago e di quel Colozio Valtier, qual rompono li passi el fanno adunalion de zente. Scrivono, aver spazà Balistin Corso con li fanti, e aviato li cavali lizieri, et Cri-stofal di Vecchi etc. Il signor Janus, zonlo con li cavali lizieri, andò a li passi, et cussi el signor Malale-sta Bajon è parlilo con la so compagnia, e vanno in vai de Caprili. Scriveno aver provislo et mandato Pelegrin da la Riva provisionalo nostro, a esser soprastante a li passi, e proveder ad alozar le zente. L’Anzoleti Hironimo è partito per Cassai) a levar valesani. Scriveno altre occorentie, ut in litteris. ltem, post scripta, li è sta mandalo uno altro dal contestabele de la Chiusa, veniva da Trento, da lui relenulo, portava letera al cornissario dii Papa del tenor ut supra, el ditoli li mandi per via di vi-sentina; el manda la letera hanno scrito a Vicenza, fazi provision eie. Scriveno, il camerlengo Prioli aver auto uno gropo di danaro, et in uno sachelo verde si dice mandar corone dal sol 680 tamen non è sta trova se non 580, perhò se voi veder dove procede lo eror; el resto di sachcti con le polize, sta ben. Laudemo dito camerlengo Prioli; et era presente a l’aprir Alberto di Rossi scrivan de la camera, et uno altro..... Scriveno, hanno auto lelere di sier Polo Nani, dii suo zonzer a Peschiera. Li hanno scrito vadi a . . . dove si fa la massa de le zente. Item, hanno auto una teiera de la Marchesana di Mantoa, la copia manda inclusa. Li scrive zercha la liberalion di Gabino da Capo di Mantoa; a la qual hanno risposto e mandano la risposta. Scriveno, atendeno a pagar li fanti dii Marascolo eie. La letera di Ixabela marchexana di Mantoa, data a dì 11. De la retention di missier Gabino da Capo veniva di Trento. Non sa la causa. Monsignor reverendissimo et illustrissimo si ha ma-ravegliato, aleuto la figliai servitù del signor verso la Signoria nostra, e li zentilhomeni e mercadanli passa per Mantoa securi ; pregando sia relasalo. Et la risposta di reclori di Verona è, che quelli passa mautoani de li è ben visti ; ma non strave-slidi da corieri, come ha fato costui, perciò l’hanno relenuto per bona causa, et di ciò hanno scrito a la Signoria nostra, oliereudosi eie. 134 Di Trento, dii Cornissario pontifìcio, nomi- nato .... di 9. Scrive al Cornissario pontificio è a Mantoa nominalo domino.....in consonanti» do lelere. In la prima, che li mandi li danari, alitcr li fanti anderano da li nimici, siche vedeno l’impresa perduta. In l’altra, scrive, non potendo mandarli per veronese per le zente de la Signoria è a li passi, li mandi per tre con meterli adosso per via dii vesen-tin, passar a Bassan, poi al Covolo ; ma non alozar in terre dove siano reclori veneliani. ltem, la letera del conte Girardo di Archo dice a quel Antonio senza cognome, mandi questa a Mantoa al Cornissario del Papa è a Mantoa, e vedi mandarla securamente. Da Crema, di sier Andrea Foscolo podestà et capitanio, di 10. Come, per uno homo d’arme dii signor Camillo Triulzi venuto de lì, ha inteso el campo inimico esser venuto a Colorgno tra Parma e Piasenza, e li hanno fato uno ponte per passar Po, el esser zonto in dito campo el marchese di Pescara con 400 lanze et 4000 fanti vien di reame, ltem scrive, mandar una letera aula da Lodi. Item, si provedi di danari per pagar quelli fanti è lì eie. Da Lodi, di Girardo da Mosto dotor, date a dì 10 al Podestà et Capitanio di Crema. Come sguizari, erano in Piasenza, è ussiti e stati a le man con el conte Bartolomeo di Villa Ghiaia, et l’hanno posto in fuga, et morti da 60 di soi. Il campo nemico è venuto a Colorgno. El marchese di Mantoa ha mandalo l’insegna di San Michiel a Lu-trech, che li dete el re Cristianissimo, dicendo non è Iralilor, e voi combaterla con lui eie. Noto. In le letere di Verona, di 11. Scriveno dii zonzer lì a bore una di note, quel zorno, el signor Marco Antonio Colona. Lui Capitanio li andò contra e onorolo, prevedendolo di cavali, e la malina per tempo se partì per Brexa. Di Pranza, di sier Zuan Badoer dotor et cavalier orator nostro, date a Mieli, a dì 2 di questo. Come il Re con el resto partì, e lui lo seguì. Soa Maestà andò a Villa Nova ai solili piaceri, e lui Orator, havendo aulo le nostre lelere, andò a trovar Soa Maestà, dolendosi de la perdeda dii regno di Navara, e volesse lar forzo in Italia, perchè da li dipendeva el tulio. Poi li lezè li surnari di l’Oralor nostro di Ilongaria, e capitolo de la letera di quel Serenissimo Re. Rispose, era certissimo la Signoria ne havia aulo dispiacer de la perdeda dii regno di Navara, et sperava recuperarlo, et quanto a le cose de Italia non era per mancar. Poi disse aver letere di monsignor dì Vandomo, è in Picardía, come ha aviso la Cesarea Maestà melersi a ordene di 60 mila 134* fanti el 4000 homeni d’arme, a uno cavalo però per