477 MDXXI, SETTEMBRE. 478 Maestà, la vederà per la risposta fata col Senato. Però debbi il tutto porzer a la Maestà predila, con acertarli il bon animo noslro verso di quella ; con altre parole ben poste per il Comm. Et l’allra tutta sarà in zifra. Et sier Francesco Foscari, sier Alvise di Prioli savii dii Consejo, sier Zuan Antonio Dandolo, sier Piero da dia’ da Pexaro, sier Domenego Venier savii a Terra ferma, sier Zacaria Barbaro, sier Zuan Balista Basadona savi ai ordini, voleno la lelera so-prascrila, con questo: die aleuto l’oralor ungarico fusse in Colegio e che li fo lelo la risposta dii Senato, il qual si risentì assai esserli dinegato alcun so-corso in tanto bisogno, dicendo non è tempo di aspelar che vegni Iranquililà a questo Illustrissimo Stato perchè Dio sa quando el sarà, ma ben acerlava la Signoria che perso quel regno bisognova da mar e da lerra metersi su le arme, perchè ’1 Turco non liarà più obstacolo alcuno, con altre parole ut in littcris, per tanlo, alento la imporlanlia di la materia, doinan si chiami queslo Consejo, dove cadami dii Colegio noslro, sollo pena di ducali . ., debbi poner la sua opinion zercha il dar di dillo ajulo a quel Serenissimo He, acciò si deliberi il meglio per queslo Stado ut in parte. Ave 3 non sincere, nulla di no, G8 di sier Domenego Trivixan dolor procuralor, sier Polo Capello, sier Lorenzo Lorendan procuralor, savii dii Consejo, sier Tomà Mocenigo, sier Francesco Coniarmi savii a terra ferma, el sier Chrislofal Barba-rigo savio ai ordini, et 125 di sier Francesco Foscari e altri nominadi, el questa fu [»resa. Noto, sier Antonio Trun procuralor non vene in Pregadi. Fu posto ozi in queslo Consejo, per sier Polo Capello el cavalier savio dii Consejo e li Savii di lerra ferma, atento fusse preso solodi. ..di l'instante che a quelli hanno beni in le isole nostre e altrove dovesseno esser perlongà il termine di dar in nota ai X Savii, e che li Savii dovesseno venir in questo mezo con le sue opinion a questo Consejo, et hes-sendo li diti venuti in Colegio a richieder voler esser aldite le loro raxon per soi avochali, per tanlo sia preso che li dili possino venir a questo Consejo con li so’ avochati, intervenendo do avochati lìschali, el li scrivani di X Savii per dir le raxon di la Signoria nostra. Fu presa. Ave 3, 4G, 105 e fo cazadi quelli hanno beni. A dì 27. La malina vene uno messo di Hon-garia con letere di l’Orator nostro, le ultime date a Buda, a di 14. La conclusion è che Belgrado era perso eie. El essendo vernili li oratori veronesi per ale-grarsi con il Principe, fo preparalo in sala d’oro a presso l’audientia per udirli, et loto le letere, il Doxc con il Colegio ivi si redusse e li Cai di X. E mirati ditti 12 oratori, non però ben vestili dì seda, et solimi il Mariani cavalier havea grossa coladena al collo, et presentato la lelera di credenza di 12 et 60 deputati, uno di loro, qual fu domino Alvise de Alberti dolor, fece la oralione vulgar, asà bella ma uno li stava da drio a lezerla. Si alegrù col Principe di la sua assumplion al ducalo; laudò Venetia e la sua richeza di esso Doxe il fio] e Cardinal reverendissimo, pregando fusse observà le sue imunilà, privilegi, doni et concesioni, el per segno di la loro fede, apresentono uno stendardo grando sopra il qual è pinlo San Marco con una Verona davanti con una maza regai in man, c letere di sopra 1521 e di sotto letere fidelis Verona, el l’arma di la comunità, e in li guazarani erano dii Doxc le arme e di sier Bernardo Marzello, sier Francesco da Pexaro reclori, sier Lunardo Emo fo podestà, sier Andrea Grili procuralor e sier Paulo Gradenigo fo prove-dilori lì, pregando la Serenità dii Principe volesse collocar questo stendardo in segno di la soa vera et antiqua fede in chiesia di San Marco. Et cussi il Doxe domandò a la Signoria, e fu contenta di po-nerlo eie. El Doxe lo ringraliò, dicendo averli visti volentieri per nome di quella magnifica comunità, e che si offeriva di manlenir e far ogni cossa per que-la cita, et exponer la facultà el le proprie persone, el che era ben contento meler il vessillo in chiesia di San Marco, et lochò la man a tulli li oratori predilli, el parte di loro fo exorlali a farli cavalieri ma i ricusono, et minime domino Malheo Boldieri qual la sua caxa è sta sempre marchescha. E sopra questo, per i Consieri, videlieet sier Daniel Hcnier e sier Francesco Bragadin fono capitani a Verona, fo usalo molle parole acciò se facesseno; ma ricusono di farsi alcun di loro, el il cavalier era preparato con la croxetla e la spada, spironi e trombe ma non fo operalo. Ben tolseno licenlia, el con le trombe e stendardo avanti andono a la chiesia di San Marco, et ivi fo apicalo, e*li oratori andono a caxa dove sono aiozali, eli’ è...........La oralion predila, potendo averla, la noterò qui avanti. Il nome di oratori veronesi. Domino Hironimo de Malaspini, marchese. Domino Thomio di Pompei, conte.