425 Mimi, settembre. 426 litteris. Itcm, die nostri dubita il star de’ inimici fermi, et per avisi hanno, par voglino venir a far la zornata con nostri. Et sul tardi vene altre ldere di campo, date ivi a di 16, bore 11, il sumano ctiam scriverò, lete le sarano In Pregadi. Da poi disnar fo Gunscjo di X con la Zonla, et feno uno di Zonla in luogo di sier Andrea Griti pro-curator. è fuora, e rimase sier Balista Erizo fo con-sier; fo sollo sier Antonio da Mulla fo consier. Ilem, feno tre sopra le monache, justa la parie cri presa in ditto Consejo di X, sier Domenego Trivixan cava-lier procurator savio dii Consejo, sier Zuan Marzello fo Cao del Consejo di X, sier Balista Erizo fo consier, qual vene a tante a laute con sier Alvise da Mo- lili procurator: el rebalotado l’Erizo, rimase tulli tre amigi di le Observanlc. Itcm, fo leto il processo fato contra, et per inquerir zercha la scritura fata sopra li libri di la Canzelaria, però che li Cai di X hanno esaminato molti, et di Canzelaria, per saper quelli venivano in Canzelaria, e tutti diceva Io Mariti Sanudo per lezer e scriver per la Ilistoria che fazo, per Michiel Trevisan e sier Zuan Bembo qu. sier Domenego : tmcle fo visto per ditto processo li Lo-redan non esser in colpa. 254* A dì 19. La matina fu fato con li Cai di X (e) la Signoria, qual sorastanle al Fontego di la farina in loco di.... è morto, e rimase..... Di campo vene letere sul tardi dii proveda-dor zeneral Oriti et Nani, date a dì 17, hore 22, a San Segondo. Come, havendo mandalo molli sacomani per veder dii campo inimico, quelli non erano tornali ; ma che haveano ditto campo haver brusà li alozamenti dove erano a San Lazaro e passavano la Lenza e tiravano a la volta di Rezo. Scri-veno dii zonzer di 6 oratori di sguizari in campo, e stali in coloquio con monsignor di Lutrech. Da poi disnar, fo Pregadi per expedir l’oralor di Hongaria, et fo falò il parenlà di la fìa qu. sier Marco di Prioli qu. sier Francesco, in sier Antonio Corer qu. sier Zuane. Fo ieto una suplicalion di uno Borlolo Trom-bonzin veronese, dimanda di gralia poler far stampar alcuni libri di canto eie. composti per lui, per anni 15, che altri che lui non li possi far far sub poena de. El fu posto per li Consieri concederli quanto el dimanda, et fu presa. Ave 2 di no, 2 non sincere, 112 di la parte. Di Hongaria, di sier Lorenzo Orio dolor, oralor nostro, date a Buda, a dì 28. Come da poi le soe, il reverendo episcopo Vaeiense Gran can- zelier li scrisse una lelera, data.....in campo dii Re, come per uno signor bolicmo era slà avisato il Re, era slà porlato da Veniesia tosego nel campo di questa Maestà per tosegar quella e altri signori; per tanto la Signoria era calumala; però li havia scritto come bon amico di la Illustrissima Signoria, acciò quello iuslificasse la cosa, linde lui subito mandò il suo secretano de li secretissime per saper dove veniva tal cosa aliena di la niente di la Signoria nostra; il qual era mia 16 hongari lontan di Buda. Et andato, li parlò a dillo Vaeiense, qual lo acerlò dito bohemo averscrilo, ma non volse nominarlo, dicendo presto saria in campo el da lui se intenderla più cerleza, dicendo quelli signori è restali mal liediGchali di la Signoria nostra, però si dovesse far provision. El cusì eri sera dillo seerelario ritornerà; al qual dillo Va-ciense li dimandò la causa I’ Oralor non era venuto in campo. Li rispose esso secretano, per esser indisposto, e varito che ’1 fusse l’anderia, nè era restalo per altra causa; perchè con diodo lui Oralor havia finto esser amalato fin non babbi l’ordine richiesto per sue da la Signoria nostra. Poi lo pregoe a scriver a la Signoria si desse l’ajuto al Re richiesto, undo lui Orator nostro persuade la Signoria a scriver una lelera al diio Gran canzelicr el a. lui juslificando la materia dii tosico, il qual è molto amico di la Signoria nostra. Dii dito, date ivi, a dì 28. Come, da poi 25 Lujo che ’I Re parli di Buda, è stalo in aspelalion di nostre letere. il qual Re andò prima a Tenlen, poi a 255 Tona, e al presente è a Tona, el lui Oralor è slà richiesto da molli il suo andar in campo dal Re, sempre è andà simulando esser indisposto, et il Gran canzelicr parlando col suo secretano li dimandò la causa che ’I non veniva; et da 16 Lujo che ’1 scrisse quello el doveva far, non ha auto alcun ordine nostro, sichè non sa come governarsi, però che questi signori ungari è mal hcdifichati di la Signoria nostra. El andando li bisognerà far gran spese; ha ducali 80 al mexe con 8 cavalli et 8 persone, i qual per li lazi li vien ducati 72 V2, e convenendo spender assai in campo, suplica li sia provislo etc. Dii dito, date ivi, a dì 29. Come poi la Serenissima Raina è zonla lì. È stalo in aspelazion di lia-ver nostre acciò potesse con quella andar a congratularsi, et ctiam per saper qualche nova dii Soli, che di questo è mollo dimandalo, et per esser hongari dificili al negociar non poi saper cussi le cosse senza aver causa de., mule fense aver auto letere di la Signoria, el andò a visitar domino Andrea dal Borgo venuto oralor con Sua Maestà, e scrive le parole