427 MDXXI, SETTEMBRE. Itine inde diete, fatosi grande accoglienza insieme, dicendo sempre ha fallo bon officio per la Signoria, et era nostro subdilo za per esser cremonese, et li reclori di Cremona fono gran demoslralion a soi fradelli per amor suo. Et cussi dalo ordine di visitar la Raiua, vi andoe poi pranzo ogi, et scrive le parole usale a Soa Maestà, pregando Dio la rilievi la caxa Caximiera el di Austria eie. Et Soa Maestà li fé’ risponder per el preposilo Piso precelor di caxa di Soa Maestà, come la ringraliava la Signoria, con molte parole di l’amor portava etc. Poi disse, la Signoria in tanto bisogno dii Re l’ajutase quella Maestà di dnnarj, per il clic il Re li renderia in altro tempo 100 per uno, pregando ctiam li avisase di le nove di Levante eie., Dii dito, date a di 3 Septemlrio, ivi. Come il Turcho essendo alorno Belgrado et strenzendolo, havendo quelli dentro abandonà il borgo come scrisse e tiratosi in la rocha, turchi fe’ una fossa, la qual andava subteranca (ino in dita roclia in uno palazo fece il conte di Cilia dii 1455 al tempo dii padre dii re Mathias, quando ave una viloria conira turchi, et postovi zente in dilla cava con ordine che, dando la bataja da più bande, quelli dentro saria venuti a defendersi, et queste.zenle sanano inlrale dentro; ma Dio volse che ’1 dito palazo casclioe, e tulli quelli erano dentro dita casa fono morti, sichè il Turcho, 255 ' datogli la bataglia, quelli dentro si difeseno virilmente con occision di molli turchi et parte feriti et inauratali ; et par che turchi poi abandonasse dito borgo dove zà erano mirati, el per alcuni turchi presi a li confini da hongari si ha, mancar, tra la bataja e la cava, da turchi 8000 et uno gran bassa, si judica saria stà Peri bassa capitanio di la impresa, (piai è stà causa il Signor turco babbi tolto ditta impresa. Di la qual nova, è stà scritto lelere a l’Imperador. Dii campo dii Re, ogni dì zonze zente di Bohemia et Poiana, e lo episcopo di Xagabria et prior di Laurana mandano 20 milia persone, e si aspeta zonzi el Vay-voda transilvano con 20 milia, qual fornise quelli so’ lochi e vien da questa Maestà, sichè sarano moravi, bohemi,slcsii, da numero 12 milia chesi aspeta. Il Re si partirà adunato le zente, le qual passano per terra vanno a Ilumach mia 30 di qui hongari, dove si fa la massa, et si anderà a socorer Belgrado con far la zor-nata con turchi. Sichè in dillo campo dii Re sarà grandissimo numero di persone; le qual (re nalion sono homeni elecli, e (ulti vieneno con artilarie el cari per portar le vituarie dric». Di Ragusi è nove dii Sophì, e come venuto era in la Soria e aver preso Damasco ; il che hanno ingajardito tulli questi hongari eie. Dii dito, di 4. Come havia ricevuto nostre le-tere con l’ordine di andar in campo col Re. Domali anderà a trovar Soa Maestà et dirli che ’1 vcrà a trovar quella, poi che 1’ è varilo. Cornerà menar uno caro gratulo, sichè suplicha li sia provislo. Si scusa di quello la Signoria li scrive che ’I scriva più spesso, et dice da 7 Zugno che ’1 Re li parlò di turchi veniva a so’ danni, scrive il numero di le lelere à scrito, et per chi I’ ha mandate el il lempo. ltem, come por domino Zuan Slalilio proposito Vesprimiense orator di quella Maestà a la Signoria scrisse, et avisa quanto a domino Filippo More non è ancor zonlo, ma zonlo el sarà, farà ratifichar al Re e veder lui proprio sottoscriva a la raliflcazion. Dii dito, di 5. Come el Gran canzelier li ha scrilo do lelere, qual manda incluse, in materia dii veneno etc. Il qual è grande amico di la Signoria nostra, successo in loco del reverendissimo Strigonien-se che morite. Però è bon si scrivi una letera eie. justilìcando la cosa el avisarli di le cose dii Sophì etc. Et scrive, che de lì si dice il Re harà tanta zenle in campo quam nemo dennmcrarc potest. Uorla lettera si scrive a diio Orator è longissima et voria esser stà più breve; juslifica la Signoria nulla saper del veneno et poria altri averlo comprà etc. Poi fo leto do letere di Francesco di Zuane 256 di la Seda, che li scrive Antonio suo fradello, è a Buda, di 5. Come il Re è a Tona, aspeta il vay-voda di Transilvania e li bohemi, e zonle sarano le zenle, anderano a Exim 12 milia Imitati di la Drava, et sarà il campo di 150 milia persone, zoè hongari e schiavoni 20 milia, slcsii e altri 30 milia, poloni è zonti 3000 cavalli el 5000 pedoni con assa’ arlela-rie, et zenle di Moravia et 32 pczi di artellaria con loro, el sarà in ditto campo 60 milia schiopelieri et cari 30 milia, e si aspela zonzino le zenle. Però questi non è in bordine, el Belgrado assediato da turchi che niun poi andar lì; hanno falò varie cave; ma non si sa ben le nove de lì con verità. Scrive, è mal, la peste è pominziala, di qui ne va 5 et 6 al zorno, e questi non si vardano. È venula da Vienna, dove la è grandissima. Ozi la Raina è parlila de lì e va a Vilzigrado 4 mia lontano di Buda, hongari. Dii dito, di 6. Come era venuta una mala nova clic Belgrado tra preso, nè si sapeva il modo. Chi di-cea si havia dalo a pali, altri l’havia auto per forza. Unum est il Turcho li è alorno da terra e per aqua. Scrive, è zonlo di qui domino Philippo More, vien orator di questa Maestà di Venecia, è venuto questa note per portar quello ha voleslo e non pagar. Di Spalato, di sier Marco Antonio da Ca-