371 MDXXI, SETTEMBRE. 372 al He. Si dico ha porlato comission dii Papa. Scrive, il capilanio Blancliard è zonto a Villafrancha, et feva conzar le so’ galle. Parlò a Madama. Disse li havia mandalo a dir andasse a Marseja over a Zcnoa, eli’è terre sotto questa Maestà, dove poi si l'ariano obedir etc. Monsignor di Sparo, fu lato preson in Navara, è stà liberato con aver pagà scudi 10 milia, et madama di Clialcobranco so’ sorda ha ditto aver lelore esser zonto e liberato. Scrive, monsignor di Legre, qual conlina con la Fiandra, ha preso uno loco di questa Maestà dillo Sarans, et era andato a uno caslelo dito Minuagna, per il che il Re ha scrito a monsignor di la Palissa, è col Gran canzdier a Calcs, restar debbi in Tornai e con quelle zelile è li proveder al bisogno conira ditto Legre. È zonto qui monsignor Gran mai-slro, stato dal Re. Dice l’orator di Manloa averli portato l’ordine di san Michiel, zoé la cadena, e diloli la dagi a uno altro. Soa Maestà li ha risposo la darà a uno lo servirà meglio di quello ha fato il suo Marchese. Scrive, è nova, fra Bernardin, andò col Gran maestro per acompagnarlo a Rodi, aver preso uno galion di Messina con robe di fiorentini suso, et una nave ispana, e le robe dii galion era di Paulo Viluri. Poi disse il Re esser mollo aliegro di la union del noslro campo con li soi, e che sguizari verano, et che ’I Cardinal Seduncnse havia voluto donar 50 mi-lia scudi a li cantoni soprasedeseno un podio, et che di questa Maestà ne baveri 12 milia. Scrive, il Re va a Troes in Zampagna. Manda letere di Anglia. Dii dito, date a Falò, a dì 25. Eri vene lì et parlò con il Re, qual si voleva partir per Troes; diio ha provisto a li lochi dove è sialo a li confini. Et come è stato vicino al campo inimico, et clic quel Francesco Siclien non havia 8000 persone, et che Soa Maestà in lutto harìa 40 milia ; ma non voi far nulla se prima non vede la resolulion di Cales. Et che monsignor l’Armirajo era da l’altra banda in Gierna con 20 milia persone. Disse, li piaceva la union feva li nostri c li soi in Italia. El che’l duca di Lorena non anderà da l’imperador, se lui non si aproximi al suo 223 slado. Disse, come quel Ruberto di la Marchia non havia voluto le zente, ma ben li danari, e da questo era processo quello è seguilo. Disse si laudava di la Signoria per la deliberation fata di unir le zelile, avanti la fosse richiesta, et come rilaverà di qui sguizari 12 milia, zoo in Italia, et con dite zenle unite po-trano far ben assai ; etiam lui averà 12 milia sguizari. Poi l’Orator lo persuase a mandar il signor Marco Antonio Colona in Italia. Disse lo faria. Scrive coloquii aulì con dito Colona, come el saria a Milan in zorni 5, aulo l’harà licentia dal Re, Scrive colo- qui aulì con Madama etc. in consonanti«. Et manda letere di Poralor Surian di Cales. Dii dito, date a Siamburg, a dì 27. Scrive coloquii auli col Re qui. Come l’havia auto letere di Cales dii Gran canzdier, et datoli comission non fazi acordo altramente prima non vengi armato in Italia el si acordi con la Signoria nostra, li juri lo homagio di la Fiandra, li dagi il censo dii regno di Napoli che li resta a dar, e restituissi il regno di Navara. Poi disse aver Francesco Siclien capilanio esser amalalo, e si feva portar in leticha. Poi disse li piaceva li campi si univano insieme, et che l’havia espedilo Marco Antonio Colona per Italia, qual è zà parlilo e anderà in diligenlia. Scrive coloquii poi auli con Madama, qual li disse il Re è rcslà satisfato di la union di campo, et che di Lutrcch la Signoria non vardi a soe parole, è tropo fogose. Et come il Papa li havia scrito uno breve, che la volesse conzar queste discordie. Et che Marco Antonio Colona sarà presto in Italia. Il Re va a Troes eie. Noto. In le altre letere scrive coloquii col dito Marco Antonio Colona. tè sorvitor di la Signoria nostra, e zonto sarà in campo, farà intender il tutto a la Signoria, et scriverà a li Cai da X, e si risponda. Dii dito, date a Vcllcs, a dì 28. Manda letere dii Surian. Scrive coloquii auli con Madama, qual havia aviso li lanzinecb di Trento erano passali, et che la Signoria non voleva si venisse a la zornata ; e lauda la Signoria per non mcler a sbarajo. Doman il Re sarà a Troes, e lui Orator lo va seguitando. Di Cales nulla se intende. Scrive esser letere di Geona da l’Armirajo, come il regno di Navara era slà aban-donato da le zente cesaree, et era andate fino a san Zuanc di pe’ di Porto. Poi disse il Papa non servava fede, perhò non era da fidarsi in lui. Scrive, nel camin lui Orator in una villa trovò 5000 sgui- 223 * zari alozati, che li fo forzo venir più avanti ad aio-zar; el si farà la monslra di diti sguizari a Troes presente il Re, dove serà etiam assa’ homeni d’arme. 11 Re atende a la exation dii danaro, prima da quelli hanno auto il stado et è morti senza heriedi, e sono assai; questi Iranno conzà in darli 500 milia scudi. Item, li prelati li danno altri 500 milia scudi; i quali non solum li danari ma etiam vaselli d’arzenlo mandano al Re. Di Cales, di sier Antonio Surian dotor ea-valier, orator nostro, date a dì 18 Avosto. Come, al partir dii Cardinal per Bruza, volse li oratori ga-lici e lui reslasseno lì fino al suo ritorno, e tamen poi la sua parlila nulla di lui se intende; qual pro-misse avisar spesso dilli oratori. Si tien li messi non