307 MDXXI, ACOSTO. 308 principi cristiani, et maxime queste do Maestà, se ben el dovesse andar fino a Roma. Dii dito, di 9. Come cl Cardenal li parlò dicendo el restasse con li oratori francesi fino el suo ritorno di Brusa, dove sperava far bona conclusici!, et che ’1 saria li con l’Orator nostro è de li, col qual comunichcria ; et che ’I lassava uno apresso li oratori francesi, al qual aviseria li successi; i quali oratori francesi par voglino andar a star sto tempo a Bologna, e di questo el Cardenal li piace, perchè pur haveano suspeto lassarli de qui con tanto numero di cavali quanti l’hanno menali con loro. Scrive, è zonto qui el conte di Cariati, et.... oratori di la Cesarea Maestà per acompagnarlo a Brusa, e per camino n’è stà mandati do altri gran personazi; sichè lien la cosa era già ordenala dovesse andar a Brusa, e forse quella Maestà Cesarea l’ha fato per cazon dii Papa, col qual ha slrcli capitoli non si acordar con Franza, et promessoli Parma cl Piasenza eie. Di Franza, dii Badoer orator nostro, da Autun, di 16. Coloqui auti con Rubertet, che monsignor di Lulrech ha scrito la Signoria ha pochi fanti, et che la Signoria doveria aver quello è per li capitoli ubligala, ch’è C000 fatili. El scrive coloqui hinc inde e di l’amor porla el Re a la Signoria nostra. Et esser avisi di Cales di oratori dii Re, come li cesarei non haveano mandalo di tratar pace eie. e che ’I Cardenal par voleva andar da la Cesarea Maestà. 184* Dii dito, di 18. Coloqui auti con la illustrissima Madama, qual li disse aver auto lelere dii Re, è lige . .. lontano a’ soi soliti piaceri, che li debbi dir scrivi a la Signoria fazi più numero di zente, e vogli non li mancar in questo bisogno, et che vogli con-sejar Lulrech al ben de la impresa: e dubita li nimici non habbino inteligenlia in le terre soe di la ducea di Milan, però vogli meterzenlilhomeni francesi dentro, fazino le varde de di e di note. Item, che vardi-no non soni le campane, et che Soa Maestà ha scrito non si vegni a zornada per niun modo, ma si voi lenir secreto, ma che Lulrech vadi temporizando. Poi disse di Cales esser lelere di 12, come cl Cardenal andava a Brusa; e di le cose de qui, disse leniva Ruberto di la Marchia si acorderia con PImperador. Et altri coloqui auti insieme tit in litteris. La qual Madama, per esser indisposta, non è levala de li, e lien el Re vera qui. Scrive, aver parlalo con lo agente dii governador di Zenoa. Li ha ditto che il conle Piero Navaro era stalo lì con voler far armata etc., e li ha ditto non esser tempo di far armata, poi per non iritar el re Catolico contra di loro zenoesi, per esser molti merchadanti di tal nalion in la Spagna e altro eie. Scrive, il Re ha mandalo a far comandamento a tulle terre e lochi soi, che è ubligati portar arme debbino star in ordene. Scrive mandar do man di letere dì P Orator nostro è a Cales. Fo comandà di tal lelere di Franza grandissima credenza, et maxime di non voler venir a zornala, sollo pena di l’aver e di la persona, e sagramentà el Consejo per li Avogadori. Fu poslo, per li Savi, una letera al provedador zeneral Grili, cavi cl signor Janus con la compagnia di Brexa e lo fazi venir in campo, et meti in loco suo in Brexa Oralio Bajon con la compagnia l’ha di quelli fo di Zuan Balista da Fan. Item, scrito a Verona mandi in Brexa do compagnie di cavali lizieri fino zonzi Oratio predilo, poi si lievi el dilli cavali lizieri vadino in campo. Ave 13 di no, fu presa. Et nota : non sla ben Malatesla Bajon in Verona et Oratio Bajon in Brexa che sono fradcli, licet siano nimici dii Papa, per molti boni rcspeli. Fu poslo, per li Savii predili, una letera a l’ora-lor nostro in corte, in risposta di soe di 10, di quanto li disse el Papa di soi corìeri relenuti etc. e si voy obscrvar li capitoli fati con la Chiesa, et come è tutto di la Signoria nostra, e si fazi experienlia. Però col Senato debbi dirli, non è stà vero sia slà retenulo per nostri corieri di Soa Beatitudine, imo liavemo ordinato le poste dii Papa et cesaree passino, et semo per far ogni cosa per Soa Santità. Ben è vero al presente se convien far per il re Cristianissimo, per la ubligalion liavemo al Cristianissimo re, al qual non volemo mancar di fede: con altre parole, verba prò verbis; ave 3 di no. Fu poslo, per lì ditti, una letera a sier Polo Nani capitanio di Bergamo, laudandolo di le operalionsue. Et quanto el rechiede quello l’habi a far zonto sarà el clarissimo Grili, li diccmo col Senato debi restar lì in campo esercitandosi etc. et sii come è stato fin bora : tamen non se li dà titolo alcuno. Ave . . non sincere, 37 di no ... de sì, e fo presa. Fu poslo, per li Savii dii Consejo, excepto sier Francesco Foscari, dar a domino Baptisla da Marti-nengo ciladin brexan, fìdelissimo noslro, cavali 80 lizieri, quali mancano dar de li 300 fo termenato di far, con provision per la sua persona ducali 30 al mexe et vadi in campo. A l’inconlro, sier Francesco Foscari voi, alento el ditto sia cazulo in Colegio, li prediti 80 cavali siano dati al strenuo Thodaro dal Borgo provisionalo nostro, qual in tutte le guerre si ha operalo a servicii nostri, eie.