303 MDXXI, ACOSTO. 304 182 Bergamo. Scrive se li mandi le compagnie di fanti sono in Verona, et che monsignor di Lutrech ha terminato di mandar do capi di zenle d’arme, et Cesare Piota con 100 cavali lizieri, con 200 lanze verso Parma per conforto di monsignor di Lescu. Scrive, per sua opinion non li harìa mandali perchè hanno 30 mia di andar et 30 di tornar; po-trano scorer qualche pericolo, e aria voluto fusse stà più numero, con mandarli qualche danaro, perchè lìti 4 zorni compie la paga di quelli sono in Parma ; pur manda li cavali lizieri a Lutrech cussi rechieslì da luì, quali anderano di là da Po. Zonto sarà li venturieri, li meterà in loco di sguizari ha lassalo in le terre. Scrive, li grisoni sarano presto a Bergamo. Si mandi lì danari, verano più numero di 1000, è bon luorli, li fanti italiani non valeno e fuzeno. Item, aricorda di capi di cavali lizieri, si resalvi loco al suo domino Andrea da Birago, e lo lauda assai. Dii dito, date a dì 21 a Cremona. Come eri passò Ojo con le zenle alozate a Rebeeho e lì intorno, e passò a Pontevigo. Li valesanì restano lì a Pontevigo per aspelar le arme di Brexa. Scrive, monsignor di Lutrech mandò suo uepote Paulo Ca-milo Triulzi et Cesare Piola capì di la cavalchata a Parma, i quali è ritornali col capitano Carbon: dicono Parma non patisse di vituarie, ben è vero patiscono dii masenar, pur hanno falò molini da man, et si potrà lenir ancora qualche dì. Li nimici non hanno Irato ancora arlelarie, solutn li sono intorno aziò non entri vituarie. Et scrive il suo venir lì a Cremona, chiamato dal Governador questa noie, et zonse a tempo. Lutrech non era levato. Col qual parloe, voi far una coraria verso Zibelo loco di Palavisini, dove vi è Signorili Visconte et altri, e manda 1500 sguizari con do pezi di arte-laria, alcune zenle d’arme et cavali lizieri. Scrive, eri sera zonse qui Magris stalo da sguizari a po-ner in ordene le barche e li danari per li sguizari 4000 e più, quali dieno esser zonli a Galarà. Scrive, li sguizari 1500 andouo, ritornò. Item, manda una letera aula da Milan di domino Pomponio Triulzi suo nepote, di 22, scrive esser lelere di 3 di Valenza per via di Zenoa, come è gran dissension in quelle parte tra quelli populi, et la cita dì Valenza ha 182* ribelà a la Calholica Maestà contra li nobeli, et hanno posto uno governador loro, hanno eiiam preso Xa-tiva et amazato el Prior di Chasliglia con altri assai, e cazado el governador dii Re fuora di Toledo, et il ducha di Calabria era in Xativa non hanno liberalo ma è in suo poler, el preso 10 capi dii campo re- gio etc. Scrive, Gragnis è zonto, stalo a sguizari ; li sguizari vieneno eie. Li rebeli di Novara hanno preso certe barche, el voleno venir a far novità con zente verso Milano. Li venturieri vieneno zonzerano a Valenza, e par poi anderano a Cremona. Di Alvise Marin secrctario, date in Cremona, di 20, hore 24. Come scrisse voler far, monsignor di Lutrech ozi si levò di Pizigaton, et zonse de lì, et essendo ritornato di la Signoria nostra monsignor di la Mota con la risposta di unirsi, la qual referite, esser satisfalo di la Signoria nostra, et è stà ben acarezato. Poi andato lui Secretano da Lutrech, li domandò quello havia riportato. Rispose: « Di la Signoria son reslà ben contenlo. La Signoria se fida de mi, ha falò unir le zenle, et dà libertà al Governador eie.; io reputo del slado dii Re e quello di la Signoria uno solo » et che non vegnirà a zornata. Lauda li consegii di la Signoria, eh’è sapientissima, ma si stagi su la soa testa che si vincerà. Poi disse, la Signoria non ha se non 2000 fanti ; è pochi ; lui voria far un bel Irato, e se avanti li campi fosseno uniti, aria rolo el signor Prospero. La Signoria non sa di guera, bisogna la se riposa sopra de mi. El Governador sarà et il Grili, consulteremo la impresa. Poi disse: « La lista di fanti mi deste non sono la milà », con altre parole ut in litteris. Dii dito, di 21, hore 23. Come in quella malina a hore 14 el Governador nostro zonse li, chiamato da Lutrech, et parlò con soa excelentia, qual si dolse del poco numero di fanti avemo, et che sguizari che vien voleno 40 per 100 et page dopie, et ge le danno, sichè non bisogna vardar con li grisoni torà la Signoria, et se l’avesse zà 3000 tolti, non harìa fato non si obslasse a li fanti alemani; ma sapeva li nostri italiani non è boni et erano pochi, dicendo « fra do amici chi fa più, avanza il compagno; dite aver 850 lanze, G000 fanti et 1000 cavali lizieri, non bisogna meler li fanli si tien in le terre ; fate quello la Signoria è ubligà dar al Re per li capitoli. La Signoria ha bona volontà verso il Re, ma tempo-riza per non spender, e fa le cose tarde, come avete fato di l’unirse a sospelo non sia roto etc. Dicendo, consulteremo, non vojo sbarajar, se li campi non se univano uno di loro era roto, eie. » con altre parole, concludendo scrivesse a la Signoria facesse più 183 numero di fanli, perchè durerà poco. Scrive, a hore G ritorno Sagran stato con li 80 arzieri a Parma et 200 homeni d’arme; et come nel ritorno è stalo asalla da nimici, et hanno combaluto insieme. Dii dito, di 22, hore una di note. Come Sagrali locotenente di monsignor di Bona Vale, qual