247 MDXXI, AGOSTO. 248 stier di la guerra, non clic ’I voia risigar, nè far zor-nata; ma harà vitoria. Et chiamò il conte Piero Na-148’ varo, qual laudò summamente el conzonzersi di exerciti et che romperiano i nimici, dicendo: « Secretano, scriverò al He, la Signoria non voi unirsee sarà causa di perder questa vitoria, tamen mi difenderò senza le vostre zente ». Scrive, è ritornato el Talim stato per soa excelenlia a la Signoria nòslra. Et Lu-trech si ha dolesto la Signoria non li ha voluto dar alcuna seritura, nè pur visto la istruzione, ma dito « avemo scrito al Governador». Poi mirò nel duca di Ferara, dicendo uniti saremo el si scoprirà per il re Cristianissimo, c darà gran presidio, con altre parole in colora zercha questo unirse, dicendo la Signoria fa poco conto di questo Slado, son tutte burle le parole dice faranno per il He eie., sono cose di avocali e cavilazion, scriverà al He, la Signoria non voi ajularlo e farà lui solo, quello faria in 15 zorni lo farà in uno mese. E chiamò il conte Piero Navaro, dicendoli alcune parole. E volendosi esso Secretano partir, volse el cenasse lì, poi li disse: « Scrivè a la Signoria, non vojo risegar, li darò vitoria certa ». Scrive esso Secretano: che avanti cena volendo dir le raxon di la Signoria nostra e dii so bon animo, Lutrech non lo lassava parlar. Scrive, per Milan si dice la Signoria va re-guardosa, maxime tra quelli di la corte; et uno Gasparo da Birago li disse tra li altri, che disse Lu-lrech: