297 MDXX1, AGOSTO. 298 sle per Italia con altre lelere che quelle dii Re e nontio pontificio, scrive, ha inteso è lelere di.Cales come a dì 0 il Cardinal parlò a li -oratori cesarei, presente l’orator dii Papa e di la Signoria nostra, et eravi etiani li oratori francesi, zerciia voler far pace Ira queste Maestà, e li cesarei dissono non aver mandato di far pace, ma ben narar le injurie (aioli per la Cristianissima Maestà, et che li oratori francesi juslitìcò il suo Re dicendo; se la Cesarea Maestà voi pace e lui la voi; si voi la guerra, che ’1 ge la farà gajardameute; e die il Cardinal havia poslo a re-dursi una altra fiala. Scrive, à auto lelere di Cales di 3 dii Surian oralor nostro, che li oratori francesi, non erano ancora zonli. Scrivo, fi a Brusa in la corte si divulga non seguirà acordo, perchè questa Maestà e questi altri voleno la guerra. El Cardinal vien certo di qui, el si prepara di farli grande lionor. Scrive dii caslel preso, el la nova scrisse dubita non sia vera eie. Dii dito, di 9. Come havia ricevute questa malina letere di Cales dii Surian oralor nostro, di 7, di coloqui fati per il Cardinal con li oratori cesarei, i quali non voi sentir si fazi paxe, ma instano quella Maestà di Anglia se dechiarisi conira il re Crislia-nianissimo per esser slà primo invasor a romper li capitoli eie., el il Papa è causa di tutta la guerra ; e come à inteso il Philinger parli di Gandano è andato a Brusele, siehè non poi far nulla de le inlrale dii Friul. Poi il Gran canzelier è a Cales e la Maestà Cesarea non voi saper nulla di tal cosse. Dii dito, a dì 13. Come ricevete nostre di 31 Luio et 24 et 26, una in la maleria di sier Almorò Barbaro per le cose è al Borgelo, l’altra per Almorò Dolfin per la caxa di Iloverè, la terza zerclia le inlrade di Friul e la risposta di quelli cesarei etc. Si duol non poter exequir, per non esser con chi, ma venuto sia il Gran canzelier, qual vien col Cardinal di Cales, li parlerà; il qual Cardiual, per quello si ha, è zonlo lige 6 lontan de qui eri, ozi farà 3 lige, et doman intrarà In questa terra, vien con cavali 1050. Scrive come eri si ave lelere di campo da Sislem, qual è di là del fiume Mosa, con il conte di Nasau, che uno castello di Ruberto di la Marchia dito Es-no dove è dentro Ruberto di la Marchia predilo, sia venuto a parlamento di rendersi e far acordo con questa Maestà di lassarli li castelli, e a lui sia dà per questa Maestà ricompensa; e .si dice che questo è slà fato perchè si voi acordar e non star in guerra. Si ha etiam che Francesco Siclien capilanio con l’exercilo l’è intrato di sopra el su quel di Pranza fa progresso e voi conzonzersi con questo altro dii conte di Nasau, e si dice il re Cristianissimo non voi col suo campo star a la campagna, ma tirarsi in le terre. Sichè questi si fanno mollo gajardi. Scrive, eri vene lelere al nontio dii Papa, di 28 da Fiorenza, e come li ha diio la Signoria ancora non havia fato operalion contraria al Papa, ni a questa Maestà e ¡cercava esser grata a questa Maestà, e fato boli otìcio per la Signoria nostra. Il qual Nontio sta suspeso in lai venula dii Cardinal, e non voria seguisse acordo; ma fa il lutto si fazi guerra. Taiiien, si dice questa venula dii Cardinal qui,* che non è homo di esserli da zanze. Scrive, è aviso di Trento, ^9 ‘ come 5000 fanti erano per passar in ajulo dii Papa, el nulla dice la Signoria li voy obslar. Scrive, è qui uno oralor dii marchese di Manloa nominato Antonio Bagarolo padoan, el Achiles Boromeo è comisano zeneral dii campo el è operalo assai de li. È letere dii Cardinal Sedunense è apresso sguizari da Zurich di 5, come sguizari erano slà revocali da li cantoni, ma pochi erano (ornati a caxa; sichè il re Cristianissimo ne arà el in Ilalia el in Borgogna. Di Pranza, dii Badoer orator nostro, date a Autun a dì 14 de Vinstarde. Come eri, ricevute 5 letere nostre di ultimo, el di 2 di l’instante, fo da la illustrissima Madama per non vi esser il Re, come scrisse. Qual, volendo lezerli li sumarii, disse bastava per aver auto zà letere da Lulrcch di queste cose, et quanto a quello richiede PImperador da la Signoria che li observi le Irieve, disse el fa per interlenir quella Signoria a le provision la doveria far, et quello mai à restato.con il Re e con mi per via dii preoslo e di altri di remover questa Maestà di la liauza nostra: sichè bisogna prepararsi a farli bona guerra. « Scrivè a la Signoria fazi dal canto suo ». Poi inlrò in avisi di Cales, come erano lelere di soi oratori che si dimandava fosse pagà la spexa da chi ha roto li capitoli eie., et come quel Cardinal andava a Brusele da la Cesarea Maestà. Poi lui Orator li dimandò se ’1 ducila di Lorena era andato da la Cesarea Maestà. Disse di no; ma li anderia apropin-quato el fusse a lui. Zercha i sumarii de turchi e di Hongaria, soa signoria disse questo tocha al Papa. Scrive, Ruberlet li parlò aver lelere di Lulrech, come la Signoria non havia quelli fanti era ubligala per li capitoli di liaver etc., e sopra questo, scrive coloquii aulì, ut in litlcris; el qual Ruberlet eri spazò lelere a sguizari. Scrive, lo agonie dii gover-nador di Zenoa li ha diio che il capilanio San Blan-cardo voleva venir in Zenoa, ma il governator non ha voluto vengi acciò non vendi le robe tolte a cristiani ; e di questo parlò lui Oralor a Madama. Il