191 MDXXI, ACOSTO. 192 nostro di 4, zercha rncler zenlc a li passi, acciò li fanti alemani non passino. Scrive, fece restar COU fanti venivano a lui verso Gedi. Però voria si compisse il numero fin G0()0 fanti, o luor grisoni over altri, et con questo numero lui promete far eie. Et 11011 si manchi. Scrive, è zonli de lì 800 fanti di nostri : è bella /.ente, ma mal armali. Vederi a la rischila. Ila inteso la crealion di domino Ilironimo da Pexaro provedador zeneral. Lo lauda assai, laudando cliam molto sier Polo Nani, al qual si poi comeler ogni grande impresa. Scrive, zercha li cavalli lizieri voi far la Signoria, che ’I conscja se ne fazi altri 300. Voria li fosse risalvà a poner alcuni capi, tra li qual è domino Andrea da Birago, era comissario in la Concordia, et lo lauda assai. Dii ditto, date ivi, a di 7. Manda avisi auli da Milan. Monsignor di Lutrech si oferisse venir conira li lanzinech, et quanto a li valesani, si mandi uno a Monza a levarli et condurli qui in campo con darli qualche danaro. Da Milan, di domino Pomponio Triulzi, di 6, al signor Govcrnador. Come la dieia di Lucerna ha falò rcsolulion voler esser con la Christianissima Maestà conira quoscimique, et hanno licenliali li oratori dii Papa e di l’imperador, el ordinato il Cardinal Sedunense non vegni in li cantoni. Scrive, il capitanio Tadio verà con sguizari 8000; sichè al re * Chrislianissimo non inanella si non il Monlelago, zoè di loro assa’ sguizari. El Lutrech li ha ditto monsignor di Terbe li darà la copia di diio aviso, et non 1’ ha potuto aver per esser stà occupalo. Li sguizari zonti in Milano, dicono desiderar di andar conira i lanzinech, el monsignor di Lutrech ha dito verà in persona con ditti sguizari a difender il Stado di la Signoria, e dice li tajerà in pezi tulli. Questa malina è stà falò nel zardin el balajon di dilli sguizari. Lu-trech e il Secretano di la Signoria è slato a vederli. Scrive, li 1000 valesani è a soldo dii re Chrislianissimo, zonzeno in Piasenza. Questi sguizari sono solimi di 4 cantoni, Berna, Fliburgo, Basilea et Solalro; mancha a venir de li altri 8 eantoni. Scrive di 1400 valesani la Signoria è contenta di tuorli, che Lui redi dice la sarà ben servita. À uno capitanio nominalo Guidamo, e lo lauda assai. Di Crema, di sier Andrea Foscolo podestà et capitanio, di 6, hore 20. Manda aviso aulo di Piasenza, dii tratato scoperto a dì 3. Veneno la note 500 cavali et 1500 fanti parlili da Rezo, et lia-veano intelligentia in una porta con uno contestabile, et a caso quella note andava atorno la terra il conte Paris Scoto con il conte Ilironimo Triulzi, et presa una spia, quella confessò il tratado, e falò provision. Li inimici si apresentono a ditta porta, et visto non poter mirar, andonn a una altra porla, e con fuogi volseno quelle brusar, el par a la prima quelli dentro combaleno con i nimici con occision di parie di essi inimici, itnde con vergogna ritornono in drio. Item, si dice il campo è reirato do mia di dove erano su la Lonza etc.; ma non fo compito di lezer. Di sier Gasparo Contarmi orator apresso la Cesarea Maestà, date a Gandavo, a dì 27 Lujo. Come a dì 29 parlino il Gran canzelier et monsignor di Burgcs per Cales, dove sarà il Cardinal Eboracense e li agenti per la Cristianissima Maestà. Scrive, è sialo col Philinger acciò fusse col conte Cristoforo per exequir le cosse del Friul. Disse faria, ma li bisognava esser col Re e suo Consejo; ma lo vanno menando a la longa. Tien sia per aspelar la nostra risposta zercha voler dar il passo a li lanzinech. Ricevute nostre di . . . con li sumarii di Con-slantinopoli e di Hongaria, con la lelera di quel Re, eri fo da la Cesarea Maestà, e li lexè li summarii e lelera. Soa Maestà udì lutto aleutamente, poi disse: 1 « Ilavemo un mal visin, domine orator, bisogna difendersi da lui, poi faremo eontra turchi. » E l’Ora-lor parlò sapientissime, dicendo : « Toeha proprio a Soa Maestà a proveder eie. » con molle parole exor-Latorie, ut in litteris. Dicendo esso Re a la lìn, che ’1 voleva prima atender a ste cose di qua, poi daria ogni ajuto a quella impresa, e vi anderia in persona; ma che l’havia un mal visin. Et vedendo non poter far nulla, parlò al suo confessor, qual inlese lo persuadeva a la pace col re Cristianissimo, e diloli il tulio, persuadi questa Maestà a la pace e atendi conira il Turcho. Quello rispose lo faria ; ma prima li lexè li summarii o la lelera dii re di Hongaria. Quello disse per avanti si havia faticato in pacificar questi do Re; ma l’orator francese era qui lo mosse ad ira quando lo diffidò a la guerra. E pur mosse questo Re a voler far paxe; ma il re Christianissimo li tolse il regno di Navarra, e poi quella Maestà l’à recuperato. Hora vede quesla Maestà è inclinalo a far guerra, dicendo: «Soa Maestà non ha alcun vicio, solum non si dimenticha le injurie » tamen promisse exorlarlo a la pace, e atendere a le cosse christiane conira il Turcho. Ha inteso, madama Margarita etiam lei non ardisce parlarli di pace. Scrive, il ditto poi li mandò a dir non avia potuto parlar al Re, e però non si a-fatieasse lui, ina Luni venisse. Scrive, vien spesso poste di Anglia qui a la corte ; sichè quella Maestà è molto infiamata a la guerra contra il re Chrislianissimo. Scrive, questo Re ha scrilo al Viceré di Na-