217 MDXXr, AGOSTO. 218 za, quali fin 3 zorni zonzerano, et non aspetar monsignor di San Valier con li C000 venturieri, ma ussir con questi 6000 sguizari, dicendo il Papa ni l’lm-pcrador non potrà star su la spesa ; ma il re Giri-similissimo et la Signoria si ne voi sbarazar presto; ma andar securamenle, per che ha fato restar dilli sguizari qui alozati. Et è di opinion, li fanti alemani lassarli passar, poi darli adosso avanti entrino in Mauloa. Ila manda fuora di Milan tulli li sospetti. Poi 11 disse « scrive a la Signoria che, hessendo andato fuori di Parma il conte Federico di Bozolo con li 1000 fanti verso Piasenza el monsignor di Bonavale con alcuni cavali, si sconlrono in Signorin Visconte, * et. . . Palavisino con altri foraussili ; il qual Palavi-sino ha per moglie una neza dii Papa, con alcune zenle. Qual visti nostri, loro se messeno in rotta a fuzer a le montagne, e lassono 500 fanti erano con loro da driedo, li quali è stali lajali a pezi ; sichè scrivè a la Signoria questa nova. » Scrive esso Secretano, é stalo cosa miracolosa di tanti tralati niuno sia reussito a li inimici. Scrive, aver lelo la letera di la Signoria. Scrisse, di 4, el Governador noslro a diloLutrech. Soa excelentia rispose: « so la Signoria non mancha el voi far lutto a beneficio di comuni Stadi, el cussi io son per far per lei ; nè li lasso li sia fallo alcun danno ». Dii ditto, di 9, hore 3. Come ha ricevuto nostre di 7 con letere scrile a sier Polo Nani. Fo a quella hora propria 22 da Lutrech, insieme con el signor Pomponio Triulzi, et monslratoli la poliza di Rovere, zercha li fanti manda li reclori di Verona. Disse Lutrech, non è di opinion il Governador vadi a obstarli, nè mandi le zenle, perchè non se li poi obslar non passino; ma ben si mandi cavali lizieri per intertenirli et tuorli vituarie, dicendo « a dì 14 vojo ussir di Milan con questi sguizari, el andarò a far la massa a Cremona ». El è aviso di nimici che hanno passa il fiume di Lenza, et aviati verso Piasenza, però voi eombater con dili fanti alemani passali che i sarano, e non obstarli al passar ; et però voria il Governador con le zente nostre se unisse con lui. El domino Pomponio li lezé la letera dii Governador che lo exortava a mandar li sguizari alozar a Caxalfnazor. Soa signoria li fece risponder è meglio unirse insieme; però voria l’ordine di questo di la Signoria. Et parlato esso Sceretario si l’aria sguizari più, disse : « vi voria monstrar la letera dii Re sottoscrita per Rubertel e alcuni altri secretori, qual si la fece dar a monsignor di Terbe », qual dice: « Noslro cuxin, ho inteso di sguizari, che vegniranno 12 milia. Io voria luorne 10 milia, ma quando voles- seno venir 12 milia, toleicii acciò non si allerasse-no ». Poi disse: « l’è vero, non so quando il resto vegniranno, ma Gragnis è lì per questo a li cantoni per farli venir; sichè vedete, scrivè q la Signoria ». Di Crema, di sier Andrea Foscolo podestà et capitanio, di 10, hore 14. Scrive la nova dii signor Federigo di Bozolo con li 1000 fanti ussilo di Parma el monsignor Bona Vale, e andati verso Piasenza, scontrò Signorin Visconte el il fiol fo dii si- 132 gnor Antonio Maria Palavisino con altri foraussili, et quelli erano a cavallo fuziteno a la montagna, et 500 fanti erano con loro fono morti. Quelli a cavalo si salvono. Item, il campo inimico eri si levò del ponte di Lenza, el è venuto verso Piasenza 4 mia di qui da Parma ; per tanto li ha parso dar tal aviso. Di sier Foto Nani capitanio di Bergamo, date a Varola Gisa, a dì 10, hore 3. Come ricevete do letere nostre, una di do capi di cavali lizieri expedili per obviar a li fanti non passino, l’altra che el Governador atendi i non passino etc. linde parlò al Governador, et ditoli de diti do capi. Disse sarano al modo di altri; li fanti passerano per Val di Non e Val di Sol e poi in Riviera di Salò per non passar per lochi de la Signoria, per non romper le trieve, dicendo voler mandar domino Balista da Martinengo in quelle bande verso Anfo a far romper le strade. Poi disse li valesani è a Cassan za do zorni, e li danari non è sta mandati a levarli, licei soa excelentia babbi scritto a quelli capitani vengi-no di longo sopra la sua fede, che zonti in campo haverano la paga. Scrive, è ritornalo uno suo nonlio mandò a Lodi per contar li sguizari. É stato a Milan, e li ha visti numero 6000 alozati nel borgo. Ila porta una letera dii capilano di 1400 valesani presi a noslro stipendio, per voler li danari, dicendo non si parli-rano senza qualche danaro. Scrive, è ritornalo di cantoni di sguizari Zanelo Stapan ben noto a la Signoria nostra, et manda la sua deposition, el à porta una letera in lodesco, scrita per domino Jacomo Stafler, la qual manda. Prega, poi translatada se la mandi, aziò possi intender la conlinentia. Scrive, l’artelarie è zonle in campo; ma non sono li ajulanli, però voria se mandasse al numero di 20, el uno Gi-rardo sta a San Moisè ha questa pralicha : non li mandando, se convegneria lenir occupati di fanti. Scrive, ha aviso el campo inimico esser a San Laza-ro uno mio di Parma, et scaramuzono con quelli è in Parma, et el Governador ha inleso non hanno farine ni aqua; tamen dice in Parma sono assa’ pezi. Tamen, francesi in Milan non hanno danari. Si hanno fato servir a quelli di Roma di ducali 20 milia*