PIO BONDIOLI occupata dai serbi, nonché l'Albania meridionale, restando ai francesi soltanto una parte degli Skrapari e del distretto di Berat oltre la così detta « repubblica di Coriza ». Nel dicembre a Durazzo un governo provvisorio regolare era formato da Turhan pascià sotto la protezione dell’Italia, incaricata di mantenere l’ordine in tutto il paese in attesa delle decisioni della Conferenza della pace, alla quale l'Albania mandò una delegazione presieduta da mons. Luigi Bumci, vescovo di Alessio. Il capo del governo provvisorio esponeva il 24 febbraio 1919 al Consiglio dei Dieci della Conferenza della pace il programma delle rivendicazioni albanesi, chiedendo la restituzione dei territori incorporati al Montenegro sia per le decisioni del Congresso di Berlino del 1878, sia per quelle della Conferenza di Londra del 1913 e dei territori passati alla Serbia e alla Grecia dalla stessa Conferenza di Londra. Ritornava così a galla, forse con eccessive speranze cullate al ritmo dei quattordici punti di Wilson, il programma della « grande Albania ». Secondo la delegazione shqipetara la frontiera etnografica dell’Albania parte dalla baia di Spizza al nord di Antivari, include le tribù del Tuzi, degli Hoti e dei Treshpi, la città di Podgorica, quindi il distretto di Ipek, la parte orientale di quello di Mitro-vica, i territori di Prishtina, Gilan, Fericovic, Kacia-nik, parte di quello di Uskub, quelli di Kalkandelen, Gostivar, Ricevo e Dibra. Il tracciato doveva quindi seguire il confine del 1913 fino ai Gramos, continuando verso sud per sboccare nel golfo di Prevesa. La popolazione avrebbe in tal modo raggiunto la cifra di due milioni e mezzo. 108