ALBANIA citi, levate truppe e assoldate bande, mentre i figli dei bey venivano mandati a Vienna ai corsi militari dai quali uscivano coi gradi. L'Austria tentò in modo speciale di attirare a sè l’aristocrazia feudale, i capi di tribù e « bandiere » con vaghe promesse di autonomia, ma di pochi seppe acquistare la fiducia. Il risultato dei suoi sforzi andò perduto. Al momento del disastro austriaco le popolazioni si sollevarono contro le truppe in ritirata, le quali dovettero abbandonare un considerevole materiale di guerra e accontentarsi di vuotare le casse di Scutari. 4. - Gli intrighi degli Alleati contro l’occupazione italiana facevano un vivo e impressionante contrasto con il carattere disinteressato e altamente umanitario di essa. Il comando francese in Macedonia col generale Sarrail, un massone ostilissimo agli italiani, non nascondeva i suoi favori per l’elemento greco, nel quale il vecchio nazionalismo prendeva ora nuova e più baldanzosa esca con il venizelismo appoggiato caldamente dalla Francia nell’Epiro e nelle isole Ionie e il panserbismo di Pasic facilmente dimentico dei soccorsi avuti da noi nel tragico 1915. Inoltre i francesi avevano saputo tirare dalla loro con promesse di appoggio per il giorno della spartizione dell’Albania, l’ambizioso Essad pascià che con i suoi tabor teneva in subbuglio la zona tra Ersek, Corica e Florina. A Roma apparve chiaro come gli Alleati fossero lontani dal voler rispettare la lettera e lo spirito della convenzione di Londra e, di fronte alla manovra, per noi invero pericolosa, decise di ritornare semplice-mente e nettamente alla politica tradizionale. 101