77 MDXXXUI di la Scolia, su la qual sodo da 30 me di paia, et l’uno el l'altro re dicono esser sua el aver in quela iurisdilion. Atipia voleva la stesse neutra), ma Scolia non volse; la cossa è rimessa nel re Chrislia-nissinio, ma Scozia voi la ge romagni a lui L’ ora-tor anglico hesse:ido a l’aris mi disse elio li 1 IO niilia scudi che questa Maestà mandò fu per causa dii debito vechio el per causa dii restalo pregione, el esser andato Zuan Joachin (ilio a Cales per baver le quietanze II reverendissimo di Lorena già 15 zorni parli di la corte per andar a Loreua, il re è an lato a la Fera poi anderà per 50 giorni a Guisa, non ba voluto nui oratori \i andiamo, ma si stagi qualche liga lontana. Ilo mandalo uno mio prudente li per saper qualcosa, è voce vadi a balizar uno fiol di monsignor di la Guisa fradollo dii reverendissimo Lorena. Se afcrm.i la serenissima regina di Novara sorella di questa Maestà esser graveda el havea una sola figliola. Vene qui el fradelo di la marchesa di Anglia per orator di quella Maestà, non 90 la causa. Il gran maistro ha dito fra 3 over 4 giorni si manderà uno gentilomo in Anglia ; ho parlalo etiam con monsignor di Munpesurl qual mi ha ronfirmà di Scolia quanto ho sento di sopra. Da Roma, dii Venier orator, di 23, ricevute a dì 27 Aprii. Come havendo ricevuto nostre di 12 con li avisi di Constanlinopoli di 27 fé-vrer el 8 marzo, fo dal Pupa el li comunicoe, qual referisse grafie eie. Poi mi disse il reverendissimo Tornon hlTer lettere di Franza dal re Chrisliaiiis-simo, di 5, che voi compir il matrimonio di la si- * gnora duchesina sua neza in suo fiol duca di Or-liens, ri per esser lutti do in etadc, dito duca veri in Italia per consumar il matrimonio. Dimandai a Soa Santità dii divorlio di Anglia, mi disse a li mexi passati li agenti di quella regina si havea dolesto quel re non voleva cohabitar con dita regina, el hessendo cussi conseià dal reverendissimo Ancona, scrisse uno brieve a quel re volesse ritornar con la regina aliter si provederia come voi li canoni, el lo mandò in Anglia ; li oratori di esso re si dolseno pregando non fosse intimalo et fosse comesso de iure el col favor di monsignor reverendissimo di Tornon fu coiilenlo suspender, el lo rimesse in Ire cardinali, Monte, Campegio e Cesis. Poi disse la fiola di Cesare era a Fin col duca Alexandro su fesle, el era pregala a star de li el fuzir il calivo aere di Napoli questa estale, ma la moier fo di don Carlo di la Noy che la governa non asseute, dicendo la condurrà in lo Abruzo dove è mior aere, la qual passerà de qui APRILE 78 per venir a b*sor li piedi a Soa Beatitudine!, et al tempo succdcrà il matrimonio. Poi parlò di le noze dii duca di MtUn in la seconda genita di Scoti», cl li pince, |>ercliè cesserà la molestia la haveva da Cesare di darli la duchesina. Da poi lui orator parlò al reverendissimo Tomoli, li disse utsupra, et aspelava il reverendissimo Agramoule giungete per aver lui principialo la pratica, poi le compirà. E giolito qui il coute de Fuenles orator cesareo, l’ho visitato, verbo prò verbis, dice Cesare haverli dito favorissi le cose di la Signoria etc. et cussi sarà, et che il Papa li ha dito facesse levar le zente di la Komagua, unde havia mandato uno comis^arlo a farle levar et quale condurle per In via di la Marca cl Abruzo nel regno. È giolito qui il reverendissimo Campegio, I' ho vi* sitato eie. Manda il breve dii perdon per l’liospe-dal di poveri di San Zuticpolo, et che il Papa ha dito questo è nel numero di 5 voi dar a l'anno. Morite il reverendissimo Ancona, liavia titolo di terzo episcopo Sabinenso, nel qual entrò Aus che era quarto, vacò il quinto et no I' ultimo Coliselo é slà dato quel episcopato albanense al reverendissimo rardmal di la Valle, qual era il primo prete, con il qual mi ho alegralo in nome di la Signoria nostra. Dii ditto, dt 23, ricevute ut supra. Conte ringraliò il reverendissimo Farnese dii boti ofitio liavia fato col Papa per la Signoria nostra, insta le lelere feritoli, qual, poi concistorio, é sta col Pontefice et li disse baver inihklo la Signoria a li confessori che non publicassc certa scrittura conira qui Ili che havea impedito et impedivano ne la libertà eeelcsia-tica, dolendoti assai seco di questo, dicendo esso Cardinal che de un stalo si religioso venisse simel allo, el poiria esser il falso. Soa Santità rispose era informato da persona a chi prestava fede, el che l'ordinava per brieve al suo legato che 'I dechiarissa a la Signoria quel si contien ne la bolla in Coena domini, et che Soa Signoria li liavia dito Soa Beatitudine adverlissa bene a questo. Poi mi disse la Signoria desidera sia compiaciuta di la denoininalion si la desse li possessi, il Papa li faria etiam di le altre gracie come ha concesso ad altri potentati, ma non poi operar nulla con la Signoria ut in litteris. llingratia soa signoria excelenlissima. Da Milan, di l'orator, di 22, ricevute a dì 26. Giunto de qui hessendo a Vegevene parlai col signor duca dii credito, et dal protonotario Carazolo intesi mai da Cesare baver mancalo il