ALBANIA Ma, per il tradimento del Brankovic, soccombe a Cos-sovo e tra i suoi vincitori è il despota serbo. La sconfitta gli impedì di unirsi allo sforzo di Giovanni Hu-nydi per cacciare il turco dall’Europa. Nel 1449 il sultano Murad II penetra in Albania con centomila uomini, pone l’assedio a Kruja, ma è alla fine costretto a battere in ritirata. Succeduto sul trono di Costantinopoli Maometto II, le forze mussulmane tentano nuovamente una campagna del 1451 contro « il drago d’Albania » e fanno naufragio. Allora i turchi cercarono di raggiungere con l’astuzia quel che non era loro riuscito con la forza, staccando da lui parecchi capi albanesi, come il principe Nicolò e Paolo Ducagjini. Scoppiò quindi una sanguinosa rivolta, dietro la quale stava forse anche la mano di Venezia, malcontenta delle strette relazioni di Skanderbeg con Alfonso re di Napoli, al quale aveva fatto omaggio di Kruja, ottenendo in compenso urgenti aiuti. Il ritorno alla calma fra le genti albanesi fu raggiunto solo con la mediazione di papa Nicolò V, al quale premeva che Skanderbeg restasse un baluardo insuperabile dai turchi. Questi continuarono nel sistema di corruzione dei capi albanesi fomentandone le gelosie e le ambizioni. Una delle perdite più gravi fu quella di Mosè Golem Commeno, a cui il nemico regalò il territorio di Berat strappato il 26 luglio 1455 con forze superiori e promise centomila ducati, il possesso dell’Albania senza tributo, qualora consegnasse la testa di Skanderbeg. La disfatta di Berat fece correre in Occidente la voce che l’eroe fosse morto. Egli era invece in salvo sui monti e nella primavera riprendeva la lotta, mandando messaggeri a Francesco Sforza e a Callisto III per chiedere soccorsi di uomini e denaro. Alla fine 57