O terra d'Albania, donde quel magno Iskander nacque, a’ giovinetti esempio e [aro ai saggi; — o terra che un secondo eroe nudristi, ch'avea pari il nome, le cui gesta gagliarde empir sì spesso l'inimico d'altissimo sgomento, — madre selvaggia di selvaggia gente. Byron, Childe Harold. II. 1. - Le conoscenze della preistoria dell’Albania, come di molti altri aspetti del paese, sono — si può dire — appena incominciate e queste per merito precipuo degli italiani. Mentre fin dal 1418 l’anconitano Ciriaco de’ Pizzicolli salpava da Brindisi verso Durazzo, seguendo la costa meridionale dell’antica Illiria, fermandosi a Valona, Porto Palermo e Butrinto per raccogliere larga messe di documenti antichi che ora sarebbero inesorabilmente perduti se non fossero stati trascritti nei suoi appunti di viaggio, le lontane origini d’Albania, da quasi tutti gli studiosi stranieri sono cercate appena negli autori dell’antichità classica greca e romana (Erodoto, Omero, Polibio, Plinio, ecc.) e nella tradizione letteraria che fa discendere da un unico ceppo etnico tanto gli Euganei del Veneto, i Messapi, Iapigi e Peucezi della penisola salentina, quanto gli Illiri d’oltre Adriatico. Queste ricerche furono in gran parte condotte a tavolino, prendendo come punto di partenza i dialetti albanesi, nei quali — secondo i gusti, le opinioni personali e, spesso, gli interessi che ne erano il movente ultimo — venivano 45