ALBANIA complotto e poi graziato, occupava Fieri e, ingrossata da altri elementi, si dirigeva sulla capitale. Da Tirana venne incontro ai ribelli il colonnello Riza con truppe fedeli al sovrano: presso Lushnia si svolse un combattimento durato quattro ore e finito con la sconfitta dei ribelli. I capi ripararono all’estero; undici gendarmi furono processati e condannati a morte, ma uno solo venne fucilato. Il Ghilardi trovò la morte a Fieri, allo scoppio della sommossa. La versione ufficiale data dall’Agen-zia telegrafica albanese fu che egli venne sorpreso in automobile mentre si recava alla festa ortodossa di Poiani. La sua salma ebbe grandi onori: ai funerali, in rappresentanza del re, assistevano i nipoti principi Saliv e Hussein. Lo stesso carattere ebbe la rivolta scoppiata nell'Albania meridionale nella primavera del 1937. Un’altra banda guidata da un ufficiale della gendarmeria, da un ex capitano e da Etem Toto, ex ministro degli Interni, occupava il 16 maggio la città di Argirocastro e tagliava le comunicazioni con Tepeleni, il Kurvelesh e Libohova. Le operazioni contro i ribelli durarono parecchi giorni e si conclusero il 25 con lo scontro in cui restò ucciso il Toto. Centinaia di persone furono rastrellate dalle forze del governo e 192 processate per alto tradimento. 7. - Pure al nostro paese è dovuta, nel panorama della rieducazione civile e nazionale, la costituzione di una piccola marina da guerra. L’albanese del monte e del piano ha generalmente del mare un orrore istintivo dovuto probabilmente alle 161 11 - Pio Bondioli, Albania