PIO BONDIOLI avrebbe gravato quasi completamente sullltalia, mentre l’Albania avrebbe avuto da guadagnare in tutte le fasi dell’attività italiana. La storia del regno di Zogu I, per quel che presenta di realizzato e di positivo, è segnata semplice-mente dalla cronaca degli interventi nostri, poco conosciuti in Italia e meno all’estero e generalmente improntati a una saggezza realistica che a torto qualche straniero non ci vuole riconoscere. Dall’Italia è venuta la modernizzazione dell’Albania dell’ultimo ventennio, lo sbloccamento d’un’economia chiusa e primitiva, la spinta a uscire dalla dura e secolare incrostazione lasciata negli usi, nel costume, nei rapporti sociali dal vecchio dominio ottomano, incapace di progresso. Un lavoro difficile, paziente e ostacolato da difficoltà di ogni genere dovute all’opposizione di mentalità legate al passato, di interessi personali, di situazioni e condizioni radicate e difese da prescrizioni immemorabili. Quel che finora è stato fatto non è tuttavia che un inizio e molto si dovrà fare in avvenire, migliorando continuamente. Ma la via percorsa ha dimostrato di essere giusta. 3. - Il lavoro manuale, ordinato e quotidiano, non ha mai goduto simpatie presso un popolo vissuto continuamente con le armi tra le mani. In onore erano, sono e resteranno, forse per un pezzo, le due arti dei tempi omerici: la pastorizia e la guerra. I greggi pascolanti per i terreni incolti e res nullius, fra le montagne e il cielo sono l’immagine delle genti sulle quali regnano i principi « pastori dei popoli ». La verga di legno polito dalla punta a collo di cigno è uno scet- 136