ALBANIA che, viste troppo spesso come negative o sotto un aspetto folcloristico, quelle che confermano questa certezza : la fierezza, la lealtà e fedeltà delle promesse, il senso vivissimo della giustizia, l’amore alla vita semplice e rude, l’attaccamento ai luoghi natii, il saldo affetto per la famiglia, la facilità ad assorbire la cultura senza lasciarsi distruggere i sentimenti ancestrali, la coscienza di appartenere a un popolo che ha una storia e ha avuto uomini di primo ordine, e che ha un destino, una missione, una funzione da compiere in mezzo alle altre nazioni. Crediamo soltanto che la storia recente abbia a sufficienza dimostrata l’impossibilità dell’Albania a raggiungere tale mèta con le proprie forze. Alla domanda del Pernice : « Gli Albanesi sono sulla via loro assegnata dalla natura e dalla storia; ma riesciranno a compierla da soli, nonostante gli ostacoli che loro oppongono la forza delle tradizioni e le insidie de’ vicini, o avranno bisogno della tutela di uno Stato più forte? », rispondiamo assolutamente di no, nella positiva convinzione che la soluzione dell’unione personale con l’Italia, senza infirmare il principio dell’indipendenza nazionale, porterà realmente all’unità spirituale e morale del popolo albanese e al suo sviluppo culturale, economico e politico. « L’unione italo-albanese — ha detto egregiamente il Ministro Ciano — è un evento consacrato alla nostra storia e affidato al nostro onore ». L’Albania può essere raffigurata in una quercia affondante da migliaia di anni le radici nell’humus più profondo. Una tempesta l’ha schiantata quasi al pedale; del suo tronco e dei suoi rami che ancor occupano tanto terreno hanno approfittato boscaioli più o meno improvvidi. Ma il ceppo è rimasto vivo e vi- 201