PIO BONDIOLI Del lago di Prespa, il più grande della penisola Balcanica (298 kmq.) appartiene all’Albania la riva sud ovest con le profonde insenature ai piedi del boscoso e calcareo Mal i That (m. 2015). Le coste albanesi -— per le ragioni geologiche e geografiche già esposte — differiscono completamente da quelle dalmate e greche. Queste sono formate dal frastagliato profilo delle rocce della catena montana che manda innanzi nel mare lo sciame delle isole; quelle non sono altro che una distesa di pigri depositi trasportati dai corsi d'acqua a carattere torrentizio, che scendono violenti dalle catene del retroterra, balzando fra gole e incassature in continua erosione, per frenare il loro corso nei meandri del litorale e depositarvi il frutto della loro rapina. Lagune in via di interramento e prosciugamento, paludi, difficili approdi e scarsità di ripari contro la furia dei venti e delle onde caratterizzano le spiagge albanesi dalla foce della Bojana a Saseno: una lunga striscia pianeggiante più o meno profonda e interrotta dalle estreme propaggini delle colline terziarie che la collegano ai grandi rilievi delle Alpi e del confine orientale; zona classica di acquitrini, paradiso delle cicogne e regno della malaria. La fascia costiera si può distinguere in tre parti. Anzitutto a nord, tra la Bojana, la Drinassa e le montagne della Mirdizia, la pianura di Zadrima a mezzogiorno di Scutari; la seconda da Alessio, una volta sul mare, alla foce dello Shkumbi con al centro la piana di Durazzo solcata dall’Erzén; quindi la Mu-sachia che s’interna da Lushnia a Valona interrotta in parte dai rilievi tondeggianti dei Malakastra e distinta dal Semeni in Musachia grande e Musachia piccola. Unico scalo dell’Albania settentrionale è S. Gio- 32