ALBANIA gilio, la quale era una delle caratteristiche della « piccola Troia » e fu baciata da Enea. Anche le ricerche delle antichità del basso impero romano hanno dato a Butrinto risultati di primo ordine. Basterà ricordare il battistero bizantino del V secolo con un magnifico pavimento a mosaico policromo. Dell’epoca della Serenissima è il castello che troneggia fra l’acropoli e il canale dal mare al Vivari e già in buona parte restaurato. L’orma di Roma si riconosce anche in molti altri luoghi, oltre Feniki, Butrinto e Poiani. Ponti, avanzi di strade battute dal passo delle legioni, rovine a Krestnica, a Arinista presso Argirocastro, a Gradisciti sulla Voiussa, a Tepeleni, sopratutto sulla collina di Durazzo dove anche san Paolo ha predicato, sono testimonianze dell’opera civilizzatrice dell’Urbe. E ne è indizio lo stesso nome di Kolonia conservato dalla pianura a sud di quella di Coriza e in diverse località minori. 3. - La divisione dell’impero romano assegnò l’Albania all’Oriente e a Bisanzio, mentre la Dalmazia rimase all’Occidente. L’Albania era allora divisa in due regioni che avevano per confine comune lo Shkumbi: al nord fino alle Bocche di Cattaro la Praevalitana, al sud fin sotto Valona l'Epirus nova. In realtà il dominio bizantino non potè estendersi oltre le coste coi due themi di Nicopoli e di Dyrrakion. Le ondate dei barbari sommersero presto il paese: nel sec. V i Goti, di cui si ricordano un re Ostrojla nella Praevalitana e nel secolo successivo lo slavo Ru-tomir persecutore di cristiani. Avari, serbi, bulgari frantumarono l'Albania in diversi principati dipen- 51