PIO BONDIOLI mune denominatore nazionale o razziale, gli albanesi cristiani erano classificati rum cioè greci tanto dai turchi quanto dagli elleni e come tali essi stessi si sentivano, combattendo contro gli arvaniti mussulmani che non sapevano fratelli ed erano soltanto feroci implacabili milizie di agà e dervenagà del Sultano, come quel Veli Ghega sfidato mentre se ne stava in casa di un papàs a banchetto dal klefta Antonio Kazza e ucciso dallo stesso sui monti Agrafa nel 1806. La storia dell'Albania meridionale, dell’Epiro e, si può dire, di gran parte della penisola Balcanica è seminata di questi errori etnici che la poesia popolare ha tramutato in motivi di epopea. Nemmeno l’autocefalia ha ridotto l’atteggiamento di continua polemica che, in mancanza di capacità dottrinali, costituisce la spina dorsale e l’espressione più appassionata dell'ortodossia bizantina. La Chiesa greca ignora l'insegnamento catechistico popolare, l’esposizione del dogma, la spiegazione della dottrina e la predicazione nel senso occidentale. Le rare omelie e i pochi sermoni che i prelati tengono in circostanze solenni si riducono per lo più ad attacchi contro il cattolicismo presentato come una degenerazione del cristianesimo. I recenti contatti dell’ortodossia con il movimento protestante pancristiano hanno fornito nuovi spunti e argomenti contro il « papismo » e contro l’islamismo come centro di ogni barbarie passata e presente. La religione dei latini, dei franki, di Roma, è concepita, ancor oggi come cinque secoli or sono, antagonista di Bizanzio; il mussulmano resta il secolare nemico che ha cancellato con la calce asiatica gli splendori di Santa Sofia. Non appena dunque due religioni contrarie alla fede di Ba- 182