PIO BONDIOLI 2. - La storia antica d’Albania si confonde con quella dell’Illiria, dell’Epiro e anche della Macedonia. Da Neottolemo figlio di Achille, diventato poi re della Caonia, discese in linea materna Alessandro Magno (356 a. C.) e in linea diretta il suo emulo Pirro, re dell’Epiro, 1’« aquilotto » come lo chiamarono i contemporanei, il quale osò cimentarsi con Roma nelle battaglie di Ascoli e di Eraclea nel 280 a. C. In entrambi gli shqipetari riconoscono i loro primi eroi nazionali. Ma a quel tempo già da parecchi secoli esistevano i centri di Epidamno (Durazzo), Apollonia non lontano da Aulona (Valona) tra la foce della Voiussa e quella del Semeni, Lisso (Alessio), fondate probabilmente da Corinzi e Corciresi come basi per i loro traffici in tutto l’Adriatico. Quando i Romani, che per un trattato stretto con Taranto non potevano navigare a oriente di capo La-cinio, nel 282 vollero spingersi nel mare superum (donde la guerra tarentina e lo sbarco di Pirro in Italia), dovettero a lungo contrastare con gli Illirici prima di avere libero il passaggio del canale d’Otranto. Questi tenevano il mare con agili liburne di pirati, dette lembi; li proteggeva la stessa regina dell'illirico, la celebre Teuta, che mise a morte anche uno dei legati, Lucio Coruscanio, inviati dal Senato a chiederle riparazione. Per punizione venne mandata nel 229 a. C. una flotta di duecento navi contro Teuta. Occuparono Corcyra (Corfù), Epidamno, Apollonia e Scodra (Scutari), obbligando la bellicosa signora a chiedere pace ed accettare come condizioni la riduzione della sovranità illirica agli antichi confini, l’autonomia delle colonie greche della costa, la limitazione della navigazione e il divieto di portare le navi da guerra a sud di Lisso. 48