ALBANIA ufficiali olandesi incaricati di organizzare la gendarmeria e l’esercito. Intanto nel così detto alto Epiro le bande di Zographos avanzavano mettendo i villaggi albanesi a ferro e fuoco, infierendo contro le popolazioni mussulmane e contro quelli che non accettavano di chiamarsi epiroti, di dichiararsi per l’ortodossia e di dipingere i muri delle case con i colori bianco e azzurro della bandiera greca. Guglielmo I di Wied, salpato da Trieste sul Tau-rus, scortato da navi da guerra italiane, inglesi e francesi, aveva trovato a Durazzo, capitale provvisoria del regno d’Albania, una candida villetta più adatta per una residenza di campagna che per una sede di governo. Pieno di idee occidentali, sua prima cura fu di emanare una legge che introduceva il servizio militare obbligatorio. Gli albanesi nascono, vivono e muoiono, si può dire, col fucile tra le mani, ma avevano sempre resistito alla leva e —■ come si è visto — si erano già ribellati ai « Giovani Turchi » quando vollero applicare loro la stessa legge. Perciò si rivoltarono anche contro il principe. Le convulsioni interne dilagarono. Guglielmo di Wied, incriminò di tradimento Essad pascià per non aver fermato le bande greche che avanzavano su Coriza e lo fece arrestare il 19 maggio; ma dovette poi rimetterlo in libertà per l’intervento del barone Alliotti, rappresentante italiano. Uno scontro avvenuto presso Shjak fra un distaccamento comandato da un ufficiale olandese poco al corrente dei costume albanesi, il quale fece aprire il fuoco sugli armati che circondavano Durazzo, portò all’ultimo atto del regno d’operetta. Secondo gli albanesi, il principe e i suoi olandesi avevano rotto la bessa o tregua generale: l’insurrezione scoppiò e di- 85