ALBANIA completamente ignorate. L’attenzione venne destata dagli studi degli eserciti occupanti. Fin dal gennaio 1923 l’Albania, di fronte alle molteplici richieste di concessione, emanava un’apposita legge che diede origine due anni dopo a una convenzione con le Ferrovie dello Stato italiane per una concessione completa portata nel 1926 a 165.000 ettari di terreno fra Valona e Berat. Lo scopo era di trovare petrolio. Per la gestione ed i lavori venne costituita in forma autonoma l’Azienda Italiana Petroli Albania (AIPA) che ha perforato pozzi, eseguito trivellazioni e scandagli, intrapreso studi e ricerche. Queste furono infine coronate da soddisfacenti successi. Presso la confluenza dell’Osum col Devoli, a Krushova, nel luogo che prese nome di Villaggio Ciano, è stato impiantato un oleodotto che giunge fino a Valona (km. 74). Altre concessioni petrolifere sono quelle della Società Italiana Miniere di Selenica, la quale ha riscattato anche la zona bituminosa di Selenica che fin dal tempo dei turchi era in concessione a una società francese e fornisce un prodotto rinomato in tutto il mondo. Tre concessioni a Mavrové, Coriza e Jubani sono state pure fatte a un Syndacat Franco-Albanais, un’altra di 37.000 ettari alla Anglo-Persian Oil Co. e una terza alla rivale del gruppo Shell, l’americana Standard Oil Co. di 51.000 ettari. Capitali e studiosi italiani si sono interessati anche delle ligniti sparse in diversi punti dell’Albania a Kraba e Priska (Tirana), a Mamel (Elbasan), a sud dello Shkumbi e presso Tepeleni; delle piriti cuprifere di Dervenit sulla sinistra del Fan, delle piriti e calcio-piriti della montagna di Alessio, a Rehova e Kalemina (Korga). A Podagrec, nella regione del lago di Ocrida, infine sono in corso ricerche di minerali di cromo. 151