PIO BONDIOLI Ma altre organizzazioni irregolari svolsero un’attività in collegamento con codeste formazioni. Ad esempio le bande dell’ufficiale d’artiglieria Vinopu-los e del tenente di fanteria Sklavunos, che operavano d’accordo col Vardas e nella primavera del 1918 fecero passare al nemico il tenente Hadjopulos, di Seres, sbarcato sulle coste dell’Egeo da un sottomarino tedesco. Altre bande invece vivevano piuttosto isolate, spostandosi da un punto all’altro del fronte e nelle retrovie. Una delle più caratteristiche è stata quella di Zulfikar Riza bey che, aiutato da un altro capo, Kiamil Hadji di Kapistica, e dai signorotti della regione intorno a Coriza, tenne continuamente in moto la polizia e i comandi militari francesi. Egli mirava a ricondurre sotto il governo turco l’Albania che vedeva minacciata dal venizelismo. E non meno attiva era nella stessa regione la banda composta di elementi ortodossi guidati dal papàs di Labanica, Pa-pagermanos, in abito talare. Le bande italo-albanesi, austro-albanesi, francoalbanesi, bulgaro-macedoni furono anche armate di mitragliatrici, granate a mano, razzi luminosi e formarono — disposte in piccoli posti avanzati (karakòl) — il velo di copertura e di vigilanza dei regolari. Non avevano una speciale divisa, ma portavano al braccio un distintivo. Gli italo-albanesi una fascia rossa e nera. La paga giornaliera variava secondo i governi, e comprendeva una certa quantità di viveri in natura, per es., farina, granoturco, ecc. I rifornimenti venivano generalmente completati con razzie e con la caccia dei cinghiali, caprioli e pernici. Dàta la loro mobilità l’artiglieria non ha sempre grandi vantaggi sulle bande, che — più o meno favorite, secondo i regimi, o trasformate in formazioni paramili- 118