ALBANIA fettiva signoria per la resistenza opposta dai principati feudali sostenuti dai Commeno. La Serenissima occupò invece Corfù, la città e la provincia di Du-razzo da cui venne ancora cacciata dal nuovo despota Teodoro Angelo successo nel 1214 al fratello Michele. Nel 1230 una nuova impresa bulgara comandata da Giovanni Asijan II portava fino all’Adriatico il secondo impero bulgaro sfasciatosi in seguito sotto i colpi dei bizantini, dei serbi, dei tartari e degli epi-roti facendo salire alta la stella del pio serbo Stefano Duscian (1334-1355) che prese il titolo di zar dei serbi, dei greci, dei bulgari e degli albanesi. Il dominio serbo si limitò tuttavia all’Albania settentrionale. Michele II, bastardo dei Commeni, s’impadronisce della despotia e si mette in lotta contro gli imperatori di Nicea discendenti legittimi di Teodoro figlio di Michele, sconfitto dai bulgari. Cercando l’appoggio degli albanesi, prodiga nuove concessioni e accentua il carattere shqipetaro della despotia. Nel 1258 sposa la figlia Elena a Manfredi, figlio naturale dell’imperatore Federico II Hohenstaufen. Le conseguenze di quest’unione dovevano essere notevoli. Carlo d’Angiò, come successore degli Svevi, negoziò coi capi albanesi e mandò Guglielmo di Noy-tel ad recipiendum regnum Albaniae. Vinse l’opposizione di Michele Angelo II e nell’anno 1272 dal figlio di lui Niceforo ebbe Durazzo distrutta due anni dopo da un terremoto, nel 1273 Berat e nel 1279 la despotia d’Epiro. Incominciarono allora attive relazioni fra Napoli e l’Albania, malgrado le lotte che gli angioini dovettero sostenere contro i serbi per i possessi d’oltre Adriatico. Nel 1363 Carlo Topia, nato da 53