ALBANIA tre tre battaglioni della brigata Tanaro (203°-204° fanteria), reparti di guardie di finanza, milizie albanesi con avamposti forniti dalle bande irregolari. Il successo portò alla correzione anche del fronte da Cerevoda al mare, aggirando le forti posizioni dei Malakastra. Dal 6 al 7 luglio tutto il fronte si pose in movimento. Sulla bassa Voiussa gli squadroni di cavalleria del Catania e Palermo piombano su Fieri, distruggono il campo dell’aviazione e raggiungono il Semeni; al centro le fanterie del generale Rossi puntano su Glava ed entrano a Berat il 9; ali ala destra la colonna Treboldi, malgrado la tenace resistenza incontrata sul Tomor, occupa il fronte Terbuhova-Selletta di Costanza, e cerca il collegamento coi francesi nella valle della Tomorica presso il congiungimento col Devoli. L’inazione francese fu la causa principale del mancato sfruttamento della vittoria che a noi era costata 150 morti e 700 feriti, ma aveva procurato un largo bottino e oltre duemila prigionieri. Ad arginare il panico degli austriaci il Comando germanico mandò a Durazzo il generale Pflanzen-Baltin che fece giungere dalla Dalmazia, dalla Bosnia e dalla Bulgaria poderose e fresche truppe. Nell’agosto canicolare, il XVI Corpo d’armata, che aveva perduto oltre un terzo dei suoi effettivi per l’infierire della malaria (nel settembre 19 mila uomini erano ricoverati in luoghi di cura nelle retrovie), si trovava di fronte sessanta battaglioni nemici costituiti in gran parte da truppe freschissime. Si rese quindi necessaria la correzione del fronte, abbandonando la pianura del basso Semeni, Fieri, Berat e l’alto Osum, onde raccogliere le forze per l’offensiva di autunno. 103