PIO BONDIOLI tirsi sicuro — si sono puntate e poi scatenate tante ambizioni e bramosie. Scomparso l’impero austro-ungarico, immobilizzata in un labirinto di guai la modesta repubblica che la Germania doveva assorbire nel 1938, il problema delle relazioni internazionali dell’Albania si trovò così ridotto a tre fattori che portavano il nome di Italia, Jugoslavia e Grecia. Nessuno dei governi succedutisi a Tirana dal 1920 al 1939 ha capito che la soluzione stava al di fuori del piano e dei metodi fino allora seguiti. La lunga schermaglia di ripicchi più o meno diplomatici, di movimenti di bande, di attentati politici che ha caratterizzato il periodo delle discussioni e dei sopraluoghi per l’assegnazione definitiva dei confini orientali e meridionali, ha messo in luce la permanenza d’ una mentalità fuori tempo, rimasta inserita nel gioco delle grandi Potenze in vista dei loro interessi e delle loro ideologie. Nemmeno la corona e il potente significativo aiuto politico ed economico dato dal nostro paese a Zogu hanno servito a dissipare nell’antico e pur giovane bey della regione del Mati gli odi domestici e feudali in cui si è frazionato il nazionalismo albanese, Yhabitus particolaristico che lo ha condotto spesso a rappresaglie e vendette seminatrici di altre ritorsioni in un ambiente dove, malgrado la legge scritta e il Codice penale promulgato nel 1928, rimane viva la secolare tradizione del « sangue », l’inesorabile Kanun i Lek Duka.gjin.it, specialmente tra le bellicose tribù malissore e mirdite, rimaste sempre nemiche di Zogu. Figurarsi se egli era in grado di concepire la sua posizione al di sopra di ogni rivalità non appena internazionale, ma anche nazionale. Afferrando il potere nei modi che abbiamo visto, Zogu non aveva in- 168