ALBANIA e le mulattiere che vanno da un villaggio all’altro, senza che talora per diecine e diecine di chilometri un ponte metta in comunicazione le due sponde, che solo nei periodi di magra possono essere raggiunte coi guadi o con rari traghetti. Questo carattere speciale si fa ancor più evidente quando si osserva il duplice aspetto del paesaggio visto dal mare. La catena delle Alpi Dina-riche che accompagna il litorale della Dalmazia fino alle Bocche di Cattaro strapiombando sull’Adriatico, svolta improvvisamente con forte angolo a nord-est sulle Alpi albanesi. Dalle foci della Bojana all’isola di Saseno che chiude la rada di Valona e segna il punto d’incontro con il mare Ionio, le onde vanno a morire su lente spiagge formate dai detriti alluvionali dei fiumi che scendono dalle montagne arretratesi all’interno verso l’altipiano macedone. Prima di giungere ai pantanosi delta, scorrono in mezzo a un complicato incrocio di colline, costoni, contrafforti e massicci isolati, i quali rivelano nella loro struttura morfologica e nel loro disordine il profondo rivolgimento tettonico a cui sono dovuti. Una zona di mare, probabilmente poco profondo, ancora nell'età secondaria, si stendeva — secondo l’Almagià e il Bourcart — su quasi tutta l’area dell’Albania, ristrettasi durante l’era terziaria, lasciando scoperti i rilievi calcarei della zona centrale. Verso la stessa epoca cominciarono qui, come in tutta la penisola Balcanica, i grandi corrugamenti della crosta : i terreni furono ripiegati e rotti da fratture; enormi masse di rocce eruttive vennero a giorno specialmente nella parte settentrionale e centrale. Alla fine del terziario si verificò probabilmente un sollevamento in massa di tutta la regione e, in conseguenza, un’intensificazione dei pro- 25