CAPITOLO IV - LA POLITICA E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Circoscrizioni della città o del territorio non sono ancora stati rivelati dalla epigrafia Aquileiese, e solo ci restano pochi cenni che non bastano ad alcuna ricostruzione ; così per quanto riguarda i vici che certo ad Aquileia non dovevano mancare, come non mancavano in altre città dell’ Italia settentrionale, come per esempio a Milano (1), ci resta solo l’accenno di una iscrizione (2) che ricorda una taberna Marciarti posta nel vicus provincialis o provinciae, un amuleto ad Iside, che potrebbe essere di origine affatto esotica, che nomina un magister vi{ci) I (3); sicché lo stesso primo accenno rimarrebbe affatto solitario, se non si accogliesse la menzione a vicomagisiri che il Gregorutti ha creduto di vedere in una iscrizione di Ronchi (4); un sacrificio di vicomagisiri ai Lari è forse in un bassorilievo del Museo (5). E stato proposto con scarsa verosimiglianza di cogliere nel vero che talune denominazioni di località ancor oggi conservate possano alludere ad antichi quartieri e sarebbero precisamente il quartiere Cenietiara nelle vicinanze di Belvedere (6), che alluderebbe ai centonarii di cui era ad Aquileia, come si dirà un collegio, e il luogo più che quartiere della Colombara, sulla via verso l’Isonzo che alluderebbe alle tombe lì forse più che altrove numerose. Si è pure supposto che i nomi di località come Beligna, che alludono all’antico tempio di Beleno ivi esistente (7), e quello di Marignane che si vorrebbe alludesse al traffico marittimo che si doveva svolgere ad occidente di Aquileia anche attraverso l’Amfora, fossero nomi che risalendo all’antico conservassero la denominazione di antiche località ; anzi scoperto il tempio di Iside e di Osiride nella parte nord-est di Aquileia vediamo che veramente con soverchia audacia fu notata sulla Forma Urbis Aquileiensis il nome Ab Iside et Osiride come proprio di quel quartiere sull’esempio di Roma. Quanto ai pagi è certo che pagi esistettero in Aquileia come ci assicura l’epiteto già altrove commentato di Bona dea Pa- (1) Cfr. De Marchi, Le antiche epigrafi di Milano 219. (2) Pais 181. (3) IL. V, 8211 ; vedasi poi a pag. 174 il ricordo di un sacrificio di vico magistri. (4) Arch. Tr. XIII, 1887, 162 n. 231 = Pais 172: mag. I. d., che è forse mag(istri) l(ocum) d(ederunt), nel Gregorutti appare come mag{istri) L(aribus) d(ederunt). (5) Brusin, Guida 136 n. 32. (6) Lo propose, credo, per il primo il Kandler in V Istria VII, 1852, 89. (7) Cfr. p. 105. — 262 —