227 unxxxm. maggio. / 228 por non esser clausula, non obstante fusse serate le Irate: disse la faria expedir, et commesse iusse consta. Item, li dissi de la expedition dii navilio preso di quel candiolo et di la ripresala dii biscaino. Soa signoria disse le haveamo a memoria, ma per le molte facende non si poteva expedir. La serenissima imperatrice con il principe suo Boi el tutte sue damiselle bo/.i sono andate in la galia, sopra la qual vene Cesare, cl si ha fallo vogar in mar, qual era quieto per bon spazio, poi ritornati al ponte de la sua stanzia, el signor principe Doria li fece dar una colazion molto honorcvole et fece alegreza granda con fochi et Irar arlelarie. Ditto Doria partirà questa notte se il vento non li sarà contrario. Dii partir de qui di Cesare non si paria nulla. Dii dito, di 8 et 9, ricevute ut supra. Il co-rier con le letere, qual vico a Zenoa con la ¡¿alia Aquila, non hessendo partito, scrivo questa : Il marchese dii Guasto, qnal va in Italia su le galie, è sia donalo da Cesare di ducali IO milia di aiuto di costa, come saria a dir soventione, per spexe al bisogno et impir I' intrata fin 8000 ducati, computé qtiela parte li fu data per questa Maestà in Itali-sbona et le 100 lanze, con darli speranza di capi-tallio zeneral di questa Maestà in Italia, et questo non farà nulla al Leva, perchè lui è capitani» zeneral di la lega, siché è partito ben contento. Al principe Doria li Im dalo per aiuto iti costa ducati 10 milia et al nipote cardinal l’arziepiscopato di Tera-gona et per compir la sua intrata lin ducati 10 milia, perché dii principato di Molti ha ducali 4000. A Cristoforo et Erasmo Doria li ha dato danari et é intrata; et a lutti li officiali di le galie, zoé a quatro o sie, ha dato la croce di San Jacorno che l’ha valuta spelaliva de mirala. A li sforzali de la galia, sopra la qual vene Sua Maeslà, li ha dato ducati 300 di far bona ciera cl vilualia ; sono partili assai contenti ; ma li danari non li ha dati contadi, ma letere di cambio da esser pagati a Zenoa. La illustrissima duchessa di Savoia venirà cerio de qui, et hozi se dovea meter a camin ; voi far el viagio in zorni 20, andará a......et restará qui la imperatrice ad aspettar essa sua sorela. Meri sera gionse qui domino Flironimo Fereno ron la nova di la morte dii marchese di Monferà. Ilozi in posta è zonto etiam l’orator di Mantoa per tal causa, et de qui se fa diversi iudicii etc. 72 Dii ditto, di 12, ricevute ul supra. Non hessendo parlilo il bregantin per Zenoa con il corier, qual hreganlin ha preso a soldo dal capilanio di le galle di Spagna un da Bassan che resta de qui a suo servicio, et si manda I’ homo di Antonio da Leva venuto qui mò terzo zoruo per la morte dii marchese di Monferà et innovalion in quel Slato fale per il marchese di Saluzo, va indriedo con ordine di questa Maeslà che interlenga quel Slado pacifico, perchè non voi se fazi guera, perchè de simel favile si ha vedulo acender gran foelio. El li scrive mandi a dir al Saluzo desista da le arme, perché Soa Maestà vorà dar il Stado de Monferà a chi de iure li viene. Et ha scritto al re Chrislia-nissimo et man la uno suo zenlilhonio, atento Saluzo é suo homo fazi el desista di novità ; perché qtiela darà quel Stato a chi de iure li aspela. Cussi mi ha ditto monsignor de Granvele, pregando se tengi secreto. El disse questa Maeslà poiria castigar Saluzo,-ma non voi per amor dii re di Pranza. El mandò in Caxal don Alvise Sarmento, con ordine stagi in nome di Soa Maestà fino che viveri quel marchese e pregarlo non alienasse quel Slado, per esser feudo di Sua Maestà. Parlai a dito Gran-vele di la ripresala dii Biscaino, li fu concessa da la imperatrice, che è conira li capitoli di la paxe. Disse si faria provision. Visitai lo illustrissimo duca di Calabria, qual mostra duolo grande per la morte di suo cognato marchese di Monferà. Uingratiò dicendo è bon fio! de la illustrissima Signoria. Dii partir de qui di questa Maestà non si parla et si aspela la duchessa di Savoia, dovea partir a di l>, over 10 de I* instaote per venir de qui. Da Roma, dii Venier orator, di 21. Come parloe al oonte di Cifuenles orator cesareo, et li comunicoe li avisi da Constantinopoli, di 3 aprii, el si fé lezerli do fiate. Disse haverli dal segretario da Venelia, ma non cussi, el ringratiò facendo con-sideration, et li voi mandar a Cesare. Son stalo ozi col Pontefice, mi disse li reverendissimi cardinali francesi erano stali da Sua Santità cou teiere dii re da Molines, di 12 et 13, in risposta dii brieve, scrivendoli Soa Maeslà desiderava che la pace de Italia continuasse, et la capitulalion fra Cesare et lei fusse observala con bona amorevoleza, et che la materia de Infideli non era per mancar, el proveder a le cose de luterani. Et zerca il concilio era di haver bona consiileration el farlo con satisfation de tulli li principi christiani, però li pareva lo abocamento di Soa Maestà con Soa Beatitudine si facesse presto. Et il Pontefice mi disse li bavea risposto la materia era molto granile el de molla im|>ortantia, el voleva consultar con li reverendissi cardinali. Dissemi etiam che dilli cardinali li disseno' che in questo abocamento si potria Iralar dii matrimonio dii sereni«-