COMMERCIANTI, BANCHIERI cambiovalute, sopravvissuti nel ricordo di un Q. Aebutius Q. I. Scitus che ebbe la tomba per sè e per i suoi alla Colombara (1) e da un altro tale di cui sono rimaste le sigle superstiti del nome C. F. S. in un ex-voto fatto al Fons Beleni (2) ; gli argentarli più veramente banchieri (3) di cui resta il ricordo in un coactor[. A\qui-leiensis .. .lus seviro in città (4) e in un Jovinus cristiano (5). Resta infine un sarcofago frammentato sul quale è rappresentato un uomo seduto che conta del denaro e che difficilmente sarà altro che un banchiere o un cambiovalute (6). Tra le industrie Aquileiesi più importanti e forse tra quelle che avevano una più complessa organizzazione deve essere considerata senza dubbio l’industria mineraria, che trovava la materia prima nelle miniere poste nelle regioni delle Alpi finitime e che probabilmente aveva ad Aquileia gli uffici centrali e forse i magazzini di raccolta ; si tratta anzitutto di quelle miniere d’oro, già nominate da Strabone sulla testimonianza di Polibio (7), e che avevano riscontro in altre miniere d’oro della regione Danubiana (8) ; anche si tratta di miniere di ferro pure del Norico (9), alle quali aggiungono i loro prodotti altre miniere analoghe della Pannonia (10), i depositi di denaro nascosti sotto terra probabilmente per ragione di guerra o di pericolo in vari punti della città; ne dà una lista, illustrando poi un ultimo deposito scoperto, il Brusin, Ripostigli di denari della repubblica e dell’epoca Augustea, in NS. 1928, 261 e seg. (1) IL. V, 8318 = P. 126 (di età repubbl.). (2) Arch. Tr. XX, 1895, 191 n. 48 = Majonica, Guida 62 n. 81. (3) Gummerus, Die róm. Industrie, in Klio XIV, 1915, 138-51. (4) IL. V, 8212 (Beligna); Brusin, Guida 116 n. 3. (5) MCC. XIX, 1893, 116 n. 25 (Monastero). (6) MCC. XX, 1894, 43 n. 8. (7) Strab., IV, 6, 12: fri ©vjort TloXußios £tp’ ¿kutoù xkt’ ’AxuXnjiav ¡ii-Xtara £v to~; Taupiffxoi; xoT; NwptxoT; eùpeSrivai /puasTov oStw; eìisutf,