CAPITOLO SECONDO LA RELIGIONE Lo studio degli spiriti e delle forme delle religioni antiche, se è importante da esercitare sopra i centri più vitali e caratteristici del mondo pagano, quali furono indubbiamente Atene, Roma, Alessandria, non è meno interessante quando sia rivolto a considerare quei centri secondari collocati verso la periferia dello stato, dove la religione dei dominatori trovò una più salda resistenza nelle religioni locali, e dove culti e miti di popoli diversi si sovrapposero senza annullarsi, si confusero o si amalgamarono, in azioni e reazioni molteplici, costituendo dinanzi all’ osservatore moderno un quadro assai utile da confrontare con quello offerto dalle grandi metropoli e tale che serve ad illuminarlo di una luce nuova e potente. Che se la Grecia e l’Oriente esercitarono un grande e talora decisivo influsso, come è noto, sul pensiero religioso di Roma, sì da modificarlo talvolta profondamente, assai meno chiari, perchè forse più deboli, ma non meno significativi, furono gli incontri fra la religione di Roma e quella dei popoli settentrionali al di qua e al di là delle Alpi, e solo la scarsità delle informazioni a noi giunte è ostacolo talvolta alla loro perfetta conoscenza. Aquileia è sotto questo rispetto uno dei più notevoli luoghi dell’ Italia superiore dove una certa abbondanza di materiale, soprattutto epigrafico, può permetterci uno studio più approfondito e quindi più proficuo (1); tanto più proficuo poi (1) Degli dei e della religione Aquileiese hanno trattato o accennato il Bertoli, Le antichità di Aquileia, 1 e seg. ; lo Czòrnio, in M. K. K-Oeogr. Qesellsch. 1869, 137 e seg. ; il Paschini, in Meni. St. Forog. VII, 1911, 194 e seg. e pochi altri; dei templi il Majonica, Fundkarte 28 e seg.. — 91 —