CAPITOLO II - LA RELIGIONE venuta dei nuovi abitatori, crebbe d’importanza e di fama e oscuratosi forse o distrutto in altre regioni del mondo antico, sopravvisse in gran parte per merito specialmente dei templi romani di Aquileia. Più difficile è stabilire invece l’origine di un tale dio e quindi il popolo che per primo lo importò nel Friuli e lo diffuse anche oltre le Alpi : due sono gli elementi su cui si può fondare la nostra ipotesi, anzitutto l’attestazione di Tertulliano, che ne fa il dio caratteristico del Norico ; e in secondo luogo l’indagine etimologica. L’attestazione di Tertulliano non può essere del tutto trascurata, perchè nella enumerazione di divinità e di luoghi di culto di cui essa fa parte, l’autore, in quanto possiamo controllare, coglie sempre nel segno: così è perfettamente esatto che Alar-gatis sia la divinità più caratteristica della Siria, che Dusares sia il dio più particolare degli Arabi, perchè in Petra appunto ha la sua sede (1), che Caelestis, cioè Astarte, sia stata la dea maggiore dell’Africa, cioè di Cartagine (2), che Oboda sia stata divinità degli Arabi (3), che gli Dei Mauri siano stati una delle più caratteristiche della Mauritania (4). Nè, si noti, egli ha citato località dove il culto di questi dei sia stato trasportato in età successive, ma quasi sempre, tranne che nel caso di Astarte, ha nominato la località originaria e caratteristica di ciascun culto. Si dovrebbe dunque per analogia accettare la notizia categoricamente da lui affermata, che cioè Beleno fosse il dio dei popoli Norici, il che concorderebbe con i dati dell’epigrafe, in cui figura anche la dea Belestis, e non contrasterebbe alla possibilità che dal Norico un tale culto fosse passato a Zuglio e ad Aquileia. Con questo però non avremmo ancora risolto completamente la questione, perchè mentre e gli Arabi e i Mauritani e i Siri, di cui parla Tertulliano, sono popoli di ben definita origine e di inconfondibili caratteristiche, quando si parla di popolazioni del Norico si è incerti ancora a quali delle varie stirpi che passarono e si sovrapposero in quelle ragioni si intenda riferirsi. Fermo perciò (1) Cfr. PW. V, 1866; e sui templi vedi Bachmann, Watzinger, Wiegand, Petra, in Veroffl. d. deutsch-tiirk. Denkmalschutz-Kom-mandos 111, Berlino-Lipsia 1921. (2) Cfr. PW. Ili, 1247. (3) Cfr. Roscher, Lexicon III, 595 (Hòfer): sarebbe il dio della città Oboda dei Nabatei. (4) Per es. IL. Vili, 2637-2641. - 108 —