l’occupazione gallica del 186a territorio retrostante, ci dice il significato che poteva aver avuto per loro una tale occupazione in territorio probabilmente ancora quasi deserto. Guidati dalla indicazione di Plinio che la città Gallica che precedette Aquileia fosse a 12 miglia da questa città, alcuni scrittori (1) cercarono nella pianura il luogo della nuova sede dei Galli, che a dir vero, se è esatto il racconto di Livio che per ben tre anni, dal 186a al 183% ivi si fermarono, avrebbe potuto lasciare qualche traccia sul terreno. Pur riconoscendo con quanta facilità un’ indicazione di cifre cosiffatta, riportata per tradizione manoscritta da scrittore a scrittore e da codice a codice, e fuori dalla possibilità, per gli antichi stessi, di ogni controllo, potesse essere alterata, sarà bene ricordare che a 12 miglia da Aquileia (2) gli itinerari pongono le fonti del Timavo sulla via litoranea, mentre \'itinerarium Burdigaiense (3) fissa una mutatio ad undecimum nel luogo all’incirca di Gradisca (4) sulla strada di Siscia e una pure ad undecimum sulla via di Concordia (5). Il raggio pertanto nel quale andrebbe cercata la sede della città gallica è molto vasto e giungerebbe dal Timavo al Tagliamento e a nord fin quasi alla moderna Udine. A ridurre in limiti più ristretti la possibilità della ricerca gioverebbe il sapere meglio di quanto non sappiamo, il valico alpino percorso dagli invasori ; così lo Czòrnig faceva discendere i Galli dal passo del Predii per Plezzo, Caporetto, Staro-Selo, S. Pietro al Natisone, mentre il Fistulario prima e il Cosattini poi pensano al passaggio per la Selva Piro da Emona, cioè da una regione dove, secondo un’attestazione di Giustino, gli antichi avevano se- (1) Trascurando le opere più antiche come quelle del Fistulario, mi limito a citare C. Czòrnig, Die Stadt der Gallier bei Aquileia, in Miti. k. k. Geogr. Ges. Wien 1878; Majonica, Aquileia zur Romerzeit, Gorizia 1881, 6; A. Cosattini, D’una invasione dei Galli oltre il confine orientale d’Italia, in Pag. Friulane IV, 1891, 187-189; Dom. Pancini, / Galli discesi dalle Alpi Orientali e stanziati nell’agro in cui fu poscia dedotta la colonia Aquileia, in Pag. Friul. V, 1892, 25-28 (cfr. Cittad. ¡tal., Udine, 1885); Pais, Italia antica II, 390-391. (2) Itiner. Anton. Db Fortia D’Urban, 81-82. (3) § 3 § 4 (De Fortia D’Urban, 176). (4) Arch. Tr. XXIX, 1903-5, Ili; nota che Herodian.,VIII, 4, 1 parlando della venuta di Massimino nel "j8p lo fa fermare ad un gran fiume (forse l’Isonzo) a 16 miglia da Aqnkia ; Massimino nel 238p viene da Emona. (5) De Fortia D’Urban, 175. — 9 —