RAPPRESENTAZIONI ANTICHE DI AQUILEIA di Aquileia, non pare dubbio, perchè nel disegno appare indicato non lontano il confine d’Italia con le montagne, sulle quali figurano alcune fortificazioni che sono certamente quelle del vallo di Ciana. Esaminate partitamente tali rappresentazioni, appare che tutte co-deste sei città principali sono cinte da mura esagonali di forma presumibilmente regolare. Ad ogni angolo dell’ esagono si deve supporre una torre quadrata, talune con finestre, talune senza ; le mura sono merlate, ma solo nei lati non direttamente rivolti verso l’osservatore ; le mura hanno generalmente, ed anche Aquileia, una porta nel tratto rivolto verso l’osservatore Tebe, Argentorato e Londra, ne hanno anche una laterale a sinistra. La porta visibile di Aquileia non ha particolari caratteristiche, mentre speciali contrassegni hanno quelle per esempio di Argentorato, di Tebe, di Londra e della città dell’ Apulia ; osservando la rappresentazione dell’interno della città, si vede poi dal lato destro dell’osservatore, all’incirca nel posto occupato dalla costruzione notata nella tabula, una specie di portico che ritroviamo chiaramente disegnato in Aquileia e in quasi tutte le altre città, tranne che a Salona. Dobbiamo dare credito, dopo quanto si è detto, alla rappresentazione grafica di Aquileia quale troviamo in questi manoscritti ? È evidente che no ; ma andava pure accennato alla loro esistenza, non fosse altro per escluderle dalla documentazione utile per la nostra ricostruzione (1). Il problema delle mura (2) è certamente il più importante dopo quello del porto per chi studi la topografia Aquileiese, anche (1) 11 Menni, in Atti Ist. Veti. s. Ili, voi. X, 1864-65, 1203, si ferma, a mio giudizio, con soverchia fiducia sopra tali rappresentazioni per quanto riguarda la forma esagonale della cinta di Aquileia. Altre rappresentazioni di Aquileia è nella Cronica di Norimberga di Schedelius Hartmann, Chronicon de temporibus mundi, Norimb. 1493, citate dal Caprin, Pianure friulane 61-62 ; e nel Th.es. Antiqu. Ital. del Orevio, a capo dell’opera del Palladio: VI, 4, col. 133-34, a cura di Giulio Strozzi; carte della città sono state tracciate anteriormente a quella del Majonica, Fundkarte, e il Majonica stesso lo ricorda nell’introduzione al suo libro ; dopo quella del Majonica riprodotta in piccolo dal Costantini nella Guida, si veda ora la recentissima che accompagna la Guida del Brusin, e l’articolo della Enciclopedia Treccani alla quale mi riferisco. (2) Ne trattano quasi tutti gli studiosi antichi e moderni di Aquileia: cito p. es. il cap. X del De Rubeis, Dell’orìgine in trad. Pancini, 81 e seg.; Mbnin, in Atti Istit. Ven. s. Ili, voi. X, 1864-65, pp. 1191-1203; Kenner Fr., Fundkarte, in MCC. s. I, voi. X, 1865, 6 seg.; Majonica, Fundkarte 22-27. — xcvii —