361 MDXXXIII, GIUGNO, instando per iustitia fusse definida, et esser venuto 362 uno comendador di Gdatrava con lettere di quella maestà di Bnrzelona di 2 de l’instante per solicitar questo, etìmn uno zentilhomo dii re di Portogaio venuto per questo : hieri è sta dato principio, el in concistorio il reverendo Cipisaco auditor di Rota referi il processo, qual per la Serenissima regina Caterina se diceva : come il padre di questo re Anglico havia contralo matrimonio con il re Ferdinando di Spagna in tuor sua fiola per suo Col primogenito per rimover la guerra et poter vivere in paee; secondo la bolla fece pupa Julio di dispen-sation che ’I secondogenito la potesse tuor per moglie; terzo che è uno Brieve fatto in quel zorno del ditto papa Julio che voi se ben era sii aula dal fratello, questo re la potesse tuor, il che fu fallo a soa ¡stantia, et esser legittima soa moglie. A l’incontro gli anglesi dicono il re di Anglia non ave mai guerra con il re Ferdinando di Spagna; alla seconda, che il matrimonio è de iure divino e il pontefice non poteva dispensarlo; alla terza, che mai il suo re havia saputo dii Breve, se non da poi li è sta intimato. Et con questo fo licentià il concistorio, per poter veder le ragion l’havea, dicendo voler che la Rota insieme con li cardinali expedissa. Et dimandai se sarà avanti le vacanlie. Soa Santità disse leniva di no, perchè erano solum cinque zorni da redursi a dar audientia ; benché l'oralor cesareo havia dillo il perlongar dii tempo era stà causa che ’1 re di Anglia havia fallo quel l’ha fallo, et l’arzivescovo di Canlurbary haversi pronunlià iudice in quesla causa. Il che questi reverendissimi card nali molto stimano. Il pontefice disse poi esser avisi di Alemagna, che il langravio de Asia, insieme con li luterani haveano convocato una dieta in Colonna. Scrive esso orator aver auto, per Hironimo Balzati corier, va in Sicilia con lettere al capilanio di le galie di Barbaria, li ha fatto dar una patente a questo orator cesareo. Il reverendissimo Agrimonie non havendo potuto varir di la egritudine, ritorna in Franza, perchè questo aere non li comporla; el cussi io da qualche mexe in qua son alquanto indisposto in una gamba, et il mio secretorio Zuan Negro é stalo in pericolo della vita, olire il male hauto per il passato. Dii dito, di 20, ricevute ut supra. Avendo ricevuto le nostre con il Senato, zerea haver dato cinque possessi de episcopali, fu dal pontefice, el usatoli alcune parole, li fece lezer le proprie lettere. Soa Santità disse: Io son mollo contento e I con satisfai ion di l’animo mio ho udito la iustitia lia fatto quell’ illustrissimo dominio in dar ditti possessi, per il che li ho ila render gralie e voglio baverli ubligation, perchè lai bona disposition e volunlà verso di me, mollo a pretto. Et cussi, come mi è piaciuto la pronteza ili quell’ excellentissimo Stato in dar questi cinque possessi, cussi molto più mi è per piacer quando sarò satisfalo del resto, e furassi una iustitia cosi larga, che sarà exemplo ad altri, el a me de summo contento ; il che voio a sperar habbi a succeder, essendo quell’excel-lenlissimo Senato religiosissimo et come dicono divoto di me e di la Sede apostolica. L’interesse di la qual par intervenir in questo negotio. E vi voio replicar quello che più fiale vi ho dillo, elio una mutua correspondenlia de animi el intelligenlia con quell’illustrissimo dominio, mi è per esser sempre cosa gratissima, iudicando tal correspon-dentia esser molto utile a l’uno e l’altro di noi, dal che ne è per reussir molli beni, essendo io più che disposto de gratificarli di le còse che sono per dimandarmi e farli de li apiaceri. Laudo ben che se usi diligentia che le leze el ordeni voslri siano servati, però io so che il reverendissimo Pisani in quelle non è incluso, el mi persuado che li ordini voslri non siano contra la libertà ecclesiastica. — Ri tigra liai Sua Sanlilà di questo suo bon voler, suplicándola volesse compiacer la Signoria. Replicò che se ben lei si satisfaceva de quel bora ha tolto la Signoria, però l’animo suo storia più contento essendo satisfila compitamente dii resto di possessi che per iustitia li viene. Dii ditto di 21. Scrive, in execulion di le nostre lettere fo dal reverendissimo Farnese, questa malina, perchè cri Soa Signoria reverendissima era andato fuora di la terra, et li fé lezer la propria lederà. Disse baria voluto la Signoria nostra havesse dà tulli li possessi, perchè il papa mai vorà assentir altramente, con altre parole, lamen lui non è per mancar eie. Dii ditto di 21, ricevute ut supra. Come fo dal reverendissimo Pisani e li lezè la lettera. Soa Signoria rispose, mollo voluntieri renuncierò in man del papa non solum queslo vcscoado di Treviso, dii qual paga ducali 700 di pensión, ma de li altri che l’ha tutto è al comando di la Signoria, dicendo voglio che andiamo insieme dal pontefice a far lo cflotto predillo. Et così andati, Sua Si- j gnoria con oplime parole fe’ la cession del ve-scoado di Treviso in man di Soa Santità, pregando lo desse a domino Viccnzo Qucrini a compiaccntia