INTRODUZIONE - CAP. I I suoi meriti di raccoglitore di antichità in Aquileia sono sufficientemente illustrati dalla presenza attuale di tali reliquie ancora nel Museo della città, che può dirsi virtualmente costituito dal giorno (1) in cui l’antico canonico della Basilica ebbe il coraggio e la singolare abnegazione di salvare dalla dispersione e dalla rovina al principio del sec. XVII, tra la malaria e lo scarso interesse dei più, quante epigrafi e quanti monumenti gli riuscì di acquistare. I nuovi trattati editi ed inediti e le sue lettere ci danno modo di stenderne la lista completa, utilissimo contributo alla storia del Museo, che altre raccolte potrebbero invidiarci (2). Infine assai pregevole appare l’opera del Bertoli come editore e commentatore delle reliquie Aquileiesi, che egli iniziò col grosso volume Le antichità di Aquileia profane e sacre pubblicato nel 1739, con l’edizione di 665 monumenti, e proseguì poi fino al 25 marzo 1751, giungendo al n. 1129; questa parte delle Antichità è ancora inedita, ma da essa egli stesso ed altri dopo di lui trassero notizie e osservazioni, oggi disperse in numerosi scritti, testimonianza preziosa di quel moltissimo che si conserva ancora inedito in varie biblioteche italiane e soprattutto in quella del conte senatore Rota in S. Vito al Tagliamento. Un volume particolare che illustrasse l’opera del Bertoli, e rievocasse intera l’interessante figura di codesto letterato archeologo della prima metà sec. XVII, amico e corrispondente di molti tra i principali letterati e storici del suo tempo e tra gli altri di Ludovico Antonio Muratori, che iniziava proprio allora il suo novus thesaurus ed era in grado quindi di apprezzare più di ogni altro il lavoro dell’amico (3), sarebbe, a mio modo di vedere, assai aggiungi scoperta nel 1741 IL. V, 1412; e nel 1745 IO. XIV, 2344 = IL. V, 1215. (1) La data 1720 è fissata nell’ iscrizione mandata dal Fontanini al Bértoli (vedi p. XXVIII n. 5), ed ora sulle scale del Museo (cfr. Costantinì, Guida 78): hospes | qui magnae et clarissimae urbis | olim Venetiae prin-cipis | fama ductus huc accessisti \ ut eius vestigiis oculos pasceres \ habeto grates \ Johanni Dominico Bertoli | proximi templi canonico | quod has ruinis superstites tabulas \ undique conquisitas | spectandas tibi servaverit \ anno salutis MDCCXX. (2) Tale lista non è mai stata fatta e varrebbe la pena di redigerla; il Bértoli poi dichiara (p. 4) di aver copiato anche le epigrafi dal codice del Belloni (vedi p. XII) e del Ramberti (p. XII). (3) Novus thesaurus veterum inscriptionum collectore L. A. Muratori, I—IV, Mediolani, 1739-1742; vedi poi Supplem. ad novum thesaurum veterum. inscriptionum collect. Seb. Donato, Lucae, Venturini, 1765. — xxx —