CAPITOLO TERZO LA MILIZIA Gli studiosi che si occuparono di Aquileia romana, ebbero occasione spesso di insistere sopra la sua importanza militare, non solo esaltandone il valore strategico per la sua posizione a guardia di importanti passaggi delle Alpi e soprattutto della via di Emona e a tutela della navigazione dell’alto Adriatico, ma anche ricordandola come sede di milizie, quasi un campo trincerato pronto all’offesa e alla difesa, organizzato sulla base della vita militare, come una Peschiera o una Verdun friulana contro il pericolo delle invasioni orientali (1). Il passo del de bello Gallico (I, 10), in cui Aquileia viene menzionata come sede invernale di legioni viene solitamente interpretato estensivamente e applicato in genere a tutta la vita di Aquileia antica. Nel ripensare nuovamente il problema e nel cercare di attenermi soprattutto a deduzioni che fossero suffragate dal documento superstite, diretto o indiretto, ho dovuto subito convenire che l’importanza e l’efficienza militare di Aquileia è stata varia e mutevole, secondo gli avvenimenti locali e secondo le vicende politiche e militari dello Stato soprattutto sulla fronte alpinodanubiana. Nessuno potrebbe negare che nei motivi che ne determinarono la fondazione l’elemento militare abbia avuto una decisiva (1) Cfr. Mommsbn in IL. V, nell’ introduzione alle iscrizioni di Aquileia; Majonica, Aquileia zur Römerzeit 8 e seg.; Hülsen in PW. II, 319;, Costantini, Guida 8. — 191 —