CAPITOLO II - LA RELIGIONE 4 = IL. V, 778 = Dessau 3717 a - al mur forat (S. Stefano) ™ Fortunae Veruniensi **■ Octavia Quinta imper(io) l(aeta) l(ibens) p(osuit). 5 = AEM. XIX, 1896, 206 n. 3 = Arch. Tr. XXI, 1896, 342-3, n. 65 - Fondo Rosin ™ Tùyr\ “ » attesta il culto degli jAntenoridi ad Aquileia. 6 — IL. V, 1758 - Julium Camicum **■ Fortunae Aug. ™ L. Octavius Callistus VI vir. et Aug. Aquil. v. s. Le rappresentazioni della Fortuna sono pure notevoli. La più celebre è quella che rappresenta la Fortuna di Aquileia in veste di matrona con chitone e mantello e una grande cornucopia nella sinistra; col piede sinistro preme un vaso rovesciato da cui sgorga l’acqua ; appoggiato al vaso e disteso ai piedi della dea si trova il dio fluviale, probabilmente il Natisone, cornuto e barbuto (1). Non è meno notevole la rappresentazione della Tyche e di Tychon, in cui la prima si difende con un timone dagli assalti del secondo (2). Si potrebbe enumerare oltre a questi qualche altro notevole esemplare (3). Taluno di questi documenti richiama in modo particolare la nostra attenzione e anzitutto l’epiteto di Veruniensis (iscr. n. 4) dato alla Fortuna, con allusione manifesta (si voglia alterare o no il nome inciso sulla pietra) (4) a Virunum del Norico, da cui probabilmente venne la cultrice della Fortuna che per comando della dea (imperio) pose l’ex volo nel tempio Aquileiese. Esempio interessante del trasporto di un culto da luogo a luogo e in particolare di influssi dei paesi danubiani nella regione cisalpina, esempio che a mio avviso troverebbe conforto nella osservazione che in generale il culto della Fortuna, come quello della Nemesi mente il prof. Brusin, fra le inedite da pubblicarsi prossimamente, ma tuttavia non è registrata al museo fra le edite, nè io sono riuscito ancora a rintracciarla. (1) Cfr. Bertoli, Le antichità di Aqudeia 8; Majonica, Guida 54 n. 22; Costantini, Guida 98 e fig. 73. (2) Majonica, Guida 73 n. 54. (3) Majonica, Guida 98 ; MCC. IX, 1883, p. CXXIX n. 4 ; XIX, 1893, 152, n. 15. (4) Cfr. De Ruoqiero, Diz. Epigr. Ili, 189; Roscher, Lexicon VI, 222 (Keune). Contro il Kellermann (Bull. Istit. 1833, 42 n. 204) che proponeva Veronensi, il Mommsen corresse Virunensi; ma forse la lezione data dall’epigrafe è quella corrente nel Norico, come vuole il Keune. — 164 —