NEMESI legioni che in Pannonia le furono più devote, e quindi se dalla Dacia e dalla Pannonia stessa, soldati e mercanti o funzionari contribuirono essi stessi a recarla in città (1). Quanto all’iconografia della dea sarà da osservare che in un caso (iscr. n. 6) essa viene rappresentata con la ruota a sei raggi e il timone, che sono attributi p. es. della Nemesi di Carnuntum (2) e di altre imagini dei paesi danubiani e che la accostano in parte a quelle della dea Fortuna. Si dovrà anzi ricordare che appunto le imagini della Fortuna hanno come attributo la ruota e il timone, soprattutto nei paesi del Danubio e della Dacia (3), dove, come s’è detto, Nemesi ha trovato particolare favore, e dove Nemesi e la Fortuna sono state identificate (4), sicché non è assurdo ritenere che anche il culto Aquileiese di Nemesi possa avere avuto in quello della Fortuna il suo complemento naturale. Ad Aquileia infatti il culto della Fortuna è rappresentato dalle seguenti iscrizioni (5) : t - IL. V, 777 = Majonica, Guida 76 n. 82 "• Fortun(ae) ™ Varia Venus ■■ v. s. 1. m. 2 =» IL. V, 8219, cfr. Majonica, Guida 71 n. 40 - t. di Iside a Monastero “■ M. M. (6) Forti Fortunae (7) Sex. Vettius Secundus [VI] vir. e [V]ettia Dor[c]has lib(erta). 3 = Majonica, Guida 71 n. 40 (8) - Grande ara funebre di più di 500 m.! ™ ™ Cultores Fortis Fortunae. (1) Toutain, op. cit. I, 393 e seg. Potrebbe appoggiare la tesi dell’influsso che ebbero sopra la diffusione della Nemesi in territorio Friulano le regioni Danubiane, il fatto che il culto della Nemesi è fino a nuovo avviso limitato ad alcuni centri Veneti e precisamente a Pola : IL. V, 17 ; 8134; 8135; Vicenza IL. V, 3105; Verona IL. V, 3466. (2) AEM. XX, 1897, 228 ; cfr. 229-30 ; cfr. Roscher, Lexicon III, 160 (Rossbach); Schlachter, Gisinoer, Der Globus, Lipsia, 1927, 93. (3) Toutain, op. cit. I, 424. (4) IL. Ili, 1125 (Dacia): deae Nemesi sive Fortunae (anno 238-244P). (5) Bertoli, Le antichità di Aquileia 69 e seg. (6) È incerto il significato di queste lettere. (7) A sinistra dell’ara è rappresentata la Fortuna ritta sopra un globo, su cui sono tracciate le linee dei gradi. La dea tiene nella destra un timone; cfr. Roscher, Lexicon I, 1502 (Peter); Schlachter, Risinoer, Der Globus, Lipsia 1927, 90 e seg. ; dall’altra parte dell’ara è rappresentata una patera e una corona lemniscata. (8) L’iscrizione citata nella Guida non figura, come mi scrive corte- — 163 —