PORTI FLUVIALI tante corso d'acqua correva in direzione circa nord-sud, lungo quel fianco della città che si affacciava ad esso, per la parte finora scavata, con una banchina d’ormeggio per grosse navi, con vie in discesa e spiazzi, e forse con un magazzino portuale (1). Tale corso d’acqua, che il Brusin calcola della larghezza di 40 metri, proviene indubbiamente da Monastero, dove, come a me parve probabile e gli assaggi oggi confermano, si sposta un poco verso oriente per escludere l’abitato antico e prosegue poi verso mezzogiorno quasi in linea retta non si sa ancora fino a qual punto prima di dirigersi, come è probabile, verso sud-ovest. Si tratta dunque del Natisone navigabile e del porto fluviale che lambiva la città verso oriente in un tratto dove non esistevano nelle immediate vicinanze le mura. Tutto ciò in un’epoca piuttosto antica, che si può fissare anche forse all’età stessa di Augusto ; se non che successivamente e forse nel III secolo d. Cr., lo scavo ci dimostra che il fiume o mutò radicalmente il corso o ridusse la sua portata, ritirandosi verso la sponda orientale (2), sicché la banchina divenne inutile e fu interrata e su di essa si innalzarono le mura del III secolo e pali vennero infissi in quello che era prima il letto del fiume per rassodare il terreno e un muro fu costruito 13 metri più ad oriente per contenere le eventuali piene del fiume ; importantissimo scavo, come si vede, che pone sotto nuova luce tutto il problema fluviale e portuario di Aquileia e che quando sia stato sviluppato in tutta la sua estensione, ci darà la chiave per sciogliere molte questioni assai gravi ; frattanto esso ci permette di asserire, come già ho detto, che il regime del Natisone subì una prima trasformazione, di cui non c’era notizia, anche avanti il 589p e che ad oriente di (1) La banchina è costituita di « un marciapiede inferiore posto all’antico livello d’acqua e di una parete verticale a larghi lastroni di pietra d’Orsera accuratamente connessi sui quali poggia con aggetto la banchina di blocchi poderosi. Sporgono da questa le pietre d’ormeggio, che sono attraversate verticalmente da un foro passante e recano i segni tangibili del logorio causato dalle gomene. Le pietre d’ormeggio poi, distando una ventina di metri l’una dall’altra, dicono manifestamente che il porto era nel tratto scoperto destinato alle navi da carico. Pure all’approdo si riferiscono due scale situate alle estremità della banchina e una strada ancora saldamente lastricata che scende con notevole pendenza e sbocca in una specie di piazza del pari selciata e in declivio, la quale giungeva sino alla sponda del fiume » ; successivamente si scoperse un’altra strada. (2) Rimando per i particolari della dimostrazione agli articoli del Brusin e soprattutto agli Atti del I Congresso di Studi Romani I, 202 e sgg. — xeni —