CAPITOLO II - LA RELIGIONE e per mezzo dei due bassorilievi laterali, a Priapo. Non mi attarderò a ripetere la descrizione del monumento che è uno dei più noti di Aquileia ; basterà ricordare che in una delle tre facce dell’ara, lasciate libere dall’epigrafe, era rappresentata la nascita di Priapo, in un’ altra una offerta al dio, presente Sileno, mentre la faccia posteriore dell’ara appare ora distrutta; e importerà soprattutto di dire, che a mio giudizio tale rappresentazione è piuttosto composizione d’arte e di scuola che espressione di una tradizione popolare del luogo, tanto più che in nulla si differenzia dalle scene priapee della comune leggenda latina. In parte a tale tradizione, piuttosto che ad un culto veramente sentito (1), si ispirano le altre imagini di Priapo che sono state finora trovate nella antica città (2). Si possono ricollegare col culto di Silvano anche i culti della Bona dea e di Diana. La Bona dea, che un noto passo di Varrone riportato da Lattanzio identifica con Fauna (3), la paredra di Faunus, a cui, come è noto, Silvano corrisponde, anzi si sostituisce (4), ha un culto notevole ad Aquileia, dove appare unita nel tempio non solo alle Parche, ma anche ad un dio Fonio, in cui qualcuno, sia pure a torto, ha visto una derivazione di Faunus (5). Raccolgo anzitutto le singole citazioni (6) : 81-95; AEM. IV, 1880, 89-97; Majonica, in MCC. XXII, 1896, 228 n. 134; XXIII, 1897, 79 n. 1 ; Roscher, Lexicon III, 2971 (Jessen). (1) Il Toutain, op. cit. I 372, osserva che il culto di Priapo non è diffuso nelle province latine dell’ impero. (2) Rimando a Bertoli, Le antichità di Aquileia 32 e seg.; a Majonica, Quida 36 n. 9 ; 38 n. 18 ; 67 n. 9 ; 68 n. 23 ; 70 n. 30; 98, e MCC. XIX, 1893, 152 n. 4; XXI, 1894, 43 n. 4. (3) Lact., Inst. div. I, 22. (4) Wissowa, Relig. d. Römer2 213. (5) Lo afferma lo Steuding in Roscher, Lexicon I, 1496; lo nega lo Ihm in PW. VI, 2838. (6) Cfr. Bertoli, Le antichità di Aquileia 99 e seg., 106 e seg.; Roscher, Lexicon I, 793 (Peter); I, 1496 (Steuding); De Ruggiero, Dizion. epigr. I, 1015; 111, 177; Toutain, Cultes pa'iens I, 249; Wissowa, Relig. d. Römer2 216 e seg. ; in contrasto col culto Aquileiese sta la relativa scarsità in cui la Bona dea è rappresentata fuori d’Italia; Toutain, Cultes paiens I, 249; Wissowa, Relig. d. Römer2 218. — 118 —