ABITATORI ANTICHI DELLA REGIONE tutta l’Italia settentrionale e anche nella pianura Danubiana ; che occupano la Carnia e cacciano verso mezzogiorno e sottomettono e distruggono le genti più civili preesistenti, e fanno nuovamente il deserto in molte di quelle località specialmente nel basso Friuli, che i loro predecessori già avevano preparato per la civiltà e il progresso. Non importa qui discutere se i Taurisci o gli Euganei o i Veneti stessi o i Liburni o gli Istri o i Celti, che gli antichi ricordano già come abitatori di questa terra, appartengano ad una o ad altra stirpe nota e se per avventura siano in parte affini fra loro o se rappresentino alcuni assai vaste emigrazioni, altri oasi superstiti (1) ; a me basta di aver rilevato che essi nei rapporti col territorio che stiamo studiando o sono le medesime che occu-piano parte dell’ Italia settentrionale, oppure sono avanguardie di popoli transalpini che vincendo gli ostacoli naturali si affacciano alla pianura friulana. Nessuno di essi crea però nell’antico Friuli meridionale tale centro abitato che la leggenda poi, come è il caso per la provincia contermine di Padova (2), tenti attribuire a fondatori illustri ; anzi quando più tardi la leggenda volle collocare nella regione del Tagliamento e dell’Isonzo qualche ricordo glorioso, non trovò un centro cittadino a cui ricollegarlo, ma solo un centro cultuale, che non era città, le foci del Timavo (3). Se ne conclude che a differenza di parecchie altre regioni d’Italia il Friuli non ebbe fino ad età relativamente avanzata un centro di collegamento e di irradiazione unico e comune, come furono indubbiamente, anche prima dell’avvento romano, e Padova e Verona ed Este e Milano, per le rispettive regioni ; nè si possono considerare centri dominatori di tutta la regione nè Zuglio (VJulium Cartiicum dei Romani), nè Cividale (il Forum Julium dei Romani), nè poche altre città certamente preromane, che per essere collocate ancora al di fuori della pianura, non erano in grado di dominare tutte le vie d’accesso alla regione, ma soltanto una pic- (1) Basti il richiamo a Oberziner, Le guerre di Augusto contro i popoli Alpini, Trento 1900, 175 e seg. ; De Sanctis, op. cit. I, 50 e seg. ; Pais, Dalle guerre Puniche ad Augusto, Roma 1918, 427 e seg. (2) De Sanctis, op. cit. I, 157 ; per il culto degli Antenoridi ad Aqui-leia vedi il capitolo « La Religione ». (3) Per es., Vero., Aen. I, 242 ; Plin., N. H. Ili, 127 e seg. ; Martial., IV, 25; Justin., XXXII, 3; sulla leggenda dell’Istro vedi Columba, La leggenda del duplice corso dell’Istro, in Riv. St. Geogr. I, 1992, fase. 3-4; Pais, Italia antica, ricerche di storia e di geografia storica, Bologna 1922, II, 379 e seg. — 3 —