FONTANINI, BERTOLI viene raccogliendo, come faranno poi il Bertoli, il De Rubeis, il Zan-donati, notizie e scritti sull’antica città e sulla storia del Friuli (1). Ed ora cotesta rapida rassegna che andiamo facendo degli studi Aquileiesi ci porterebbe a parlare ampiamente, come sarebbe desiderabile, di Gian Domenico Bertoli e della sua opera veramente fondamentale per l’archeologia Aquileiese. Vissuto fra il 1676 e il 1763 (2) e nominato canonico della Basilica nel 1720, egli si trattenne ad Aquileia fino a quando si ritirò nella nativa Mereto di Tomba, dove peraltro continuò ad occuparsi ancora dell’archeologia Aquileiese (3). L’opera sua può essere considerata sotto tre punti di vista, come di topografo, come di fondatore di un primo museo privato in Aquileia, come editore ed illustratore di antichità Aquileiesi. L’opera topografica del Bertoli, che già il Majonica ha cercato di illustrare brevemente (4), consiste anzitutto nel rilievo di una prima Pianta della città di Aquileia (5), che fu stampata soltanto nel 1853 per opera di Gaetano Ferrante, e in osservazioni e ricerche che egli compì durante il suo soggiorno Aquileiese e di cui restano tracce evidenti nell’opera sua (6). l’ospite visitatore delle reliquie aquileiesi in casa del Bertoli è del Fontanini ; cfr. ms. Bibl. Civica di Udine n. 673 p. 1. (1) Nel de corona ferrea (in Graev., Thes. IV, 2 p. 4 B) accenna alla pittura del Patatium Aquileiese. (2) Mommsen, IL. V, 1 p. 80 n. XIX che dà come anno della morte il 1755, il Majonica (Fundkarte 4) il 20 marzo 1763; cfr. Brusin, Guida 85. (3) Sul Bertoli si vedano oltre le opere del Mommsen e del Majonica citate, anche Mazzucchelli, Scrittori d’Italia s. v. ; Hoefer, Nouvelle biogr. géne'r. V, 746. (4) Majonica, op. cit., 4-5. (5) Piani e memorie dell’ antica Basilica di Aquileia con i capolavori d’arte che in essa si trovano, nonché del campanile, chiesa e battistero dei Pagani e la pianta della città ristabilita da Popone, disegnata e incisa da Gaetano Ferrante, Trieste, 1853; cfr. Majonica, op. cit., 4 n. 2, dove si discute se il piano può essere stato rilevato del Bertoli nel 1739, come asserisce il Ferrante, o solo dopo il 1746; il Majonica aggiunge che il piano originale in possesso di Vincenzo Joppi a Udine porta la data 1740; di tale piano il dott. Corgnali della Biblioteca Bartoliniana e il dott. Ragni, mio ottimo amico, hanno fatto invano ricerca presso la Biblioteca stessa. (6) Le ha rilevate il Majonica, op cit., 4-5 e nota 2; citando dal volume delle Antichità i nn. DCCCXLII (p. 128); CXXI (p. 163); CLXVI (p. 196); CCXX1I1 ; DCCCLVIII ; DCCCLXXXV; paiono scoperte in quel tempo le epigrafi: IL. V, 1031, 1034, 1371, 8121, già citate dal Majonica; — xxix —