LA LAGUNA DI GRADO si va errati pertanto se si suppone anche per ciò che si è detto a proposito del Natisone e dell’ Isonzo, che l’aspetto del tratto di paese a mezzogiorno della linea Punta Sdobba, Belvedere, foce dell’Anfora, fosse profondamente diverso (1) e soprattutto risultasse per un largo tratto emerso più che ora non sia. In tale tratto di terre bisogna anzitutto cercare il percorso, a valle di Aquileia, del Natisone, che considerate le misure che gli antichi ci hanno dato (2) e la planimetria del luogo, si ha ragione di credere che piegasse, dopo avere lambito la città, verso occidente, o per sfociare in mare non lontano da Porto Buso, là dove probabilmente sfociava anche in antico l’Ausa, della quale per altro quasi non abbiamo notizie dall’antichità (3), o per discendere più in direzione pure scoperte lapidi in sita nella laguna, p. es. IL. V, 1095, 1283; sorse così la questione se Grado fosse stata anticamente collegata al continente : vedi Bertoli, Ant. di Aquil. I, 8; Kandler in Osserv. Tr. 1870, n. 168, p. 1359, dove chiede al De Erro se fosse vero che, eseguendo lavori di piscicoltura in laguna, avesse trovato terreno artificiale antico poi sommerso ; si ricordi poi un passo significativo di Paolo Diacono (Hist. Lang. V, 17) in cui narra del duca di Cividale Lupo, che in Grados insutam, qaae non longe ab Aquileia est, cum equestri exercitu per stratam quae antiquitus per mare facta fuerat introivit el depraedata ipsa civitate, Aquileiensis ecclesiae tliesauros exinde auferens reportavit. (1) Mi spiace di essere in disaccordo con l’opinione del Magrini e del Taramelli, Idrografia del bacino dell’ Isonzo, Venezia, 1918, 43 « parmi di poter asserire sicuramente che in epoca Romana, quando fioriva Aquileia, il litorale era presso a poco nelle condizioni attuali, così alla foce del Tagliamento come a quella dell’Isonzo ». (2) Circa la distanza di Aquileia dal mare dice Strab. (V, 1, 8) che risalendo il fiume Natisone ini irXsiotous Hj^xovra uraSiou; si trova la città e Pomponio Mela (II, 4, 61) che essa è non longe a mari; Plin., (N. H. 3, 126) la pone XV p{assus) a mari; ed Eustazio nel commento a Dionisio Periegeta afferma, w? tive; tpaat, che giace ànò ^aXasarii pv' ¡u'Xia ed è evidentemente una cifra errata; il Greoori in Osserv. crit. sul porto di Aquileia in Rass. Ferrar, di Opuscoli 1878, XX p. 120, osserva nel confronto tra i suoi tempi e quelli di Plinio che il mare avrebbe ingoiato 4 miglia di terra. Il Cornaro (Antichi scrittori di Idraulica Veneta I, 110) asserisce che Aquileia è lutana dal salso mia Vili e quello è el fiume de Lionzo che mete II et una altra pizola fiumara e perhò quella non è tropo lutana dal salso; naturalmente egli attribuisce all’Isonzo un’opera che esso ha svolto verso la parte orientale della laguna, non verso Grado. (3) VAlsa è ricordata esclusivamente a proposito dell'uccisione di Costanzo come fiume iuxta Aquiteiam; cfr. Mommsen, Chron. min. I, 452 n. 1056 = Hier. 2356 ; Chr. min. Ili, 338 ; Landolfo, X, 176 ecc. — lxxxix —- Aqu. VI