CAPÌTOLO I - LA STORIA è certo che ripercussioni di essa si ebbero anche nella parte settentrionale ; ripercussioni che consistettero soprattutto nel tenere in continua e mal celata agitazione le popolazioni orientali, molte delle quali spiavano l’occasione per intervenire ai danni di Roma. Non è tuttavia esagerato il credere che le colonie di Rimini e di Aquileia, saldamente legate alle sorti di Cesare, tennero in rispetto il nemico nell’Adriatico superiore, dove pare che azioni di guerra molto gravi non fossero combattute: il che dipese anche dal fatto che le milizie di Cesare, malgrado l’inferiorità marittima del loro capo, tentarono quasi sempre la traversata del canale di Otranto e poi direttamente nella penisola Balcanica o sulle coste orientali provocarono il nemico. Solo in un primo tempo nel 49a Gabinio (1) tentò di raggiungere la Macedonia per la via di terra, cioè probabilmente da Aquileia, ma, com’è noto, fu fermato e sconfitto dagli Illiri. Nel 48a poi una parte della flotta Pompeiana di Bibulo si portò verso il Quarnaro e l’isola di Cariota (Veglia) per impedire le comunicazioni di Cesare con l’Italia (2). Comincia allora un’attiva propaganda contro Cesare in tutta la costa orientale dell’Adriatico, propaganda però che non oltrepassa a nord il golfo del Quarnaro e si stende verso mezzogiorno e prepara la resistenza e la prosecuzione delle ostilità fra i due rivali, fino a che si risolve in quella medesima regione con la battaglia di Farsalo. Dopo di essa, eliminata la resistenza Pompeiana, Dalmati ed Illirici in un tempo relativamente breve e non senza resistenza e speranza di futura rivincita si sottomettono ai legati di Cesare (3) ; nè avrebbero forse tardato a riprendere animo e forza contro i Romani se la minaccia Getica non si fosse poco prima del 44a da se stessa eliminata (4). Seguono anni difficili per tutto lo stato romano durante i quali nulla le fonti ci dicono in particolare di Aquileia e degli avvenimenti della pianura Friulana, dove peraltro i conflitti civili di Mulina e di Forum Gallorum sulla via Aemilia (43a) e l’irrequietezza dei Dalmati e degli Illiri dovevano da parti opposte e per motivi diversi cagionare non piccolo disagio ; disagio che certo non diminuì per essere quel territorio passato in seguito alla battaglia di Filippi (42a) e al nuovo patto fra Lepido, Antonio e Ottaviano dalla circoscrizione provinciale delle Gallie a far parte (1) Cfr. App., III. 12; Lue., IV, 529. (2) Cfr. Caes., bell. civ. Ili, 8 e seg. (3) Cfr. Zippel, Illyrien 205 e seg.; Judeich, Cosar in Orient, 158. (4) Cfr. Niese, in Ztschr. deutsch. Alteri. XLII, 156 e seg. — 30 -