CAPITOLO I - LA STORIA figlia di Giustina, di cui Teodosio si era invaghito. Non^importa qui giudicare al loro giusto valore queste cause e neppure domandarci perchè, stabilita la spedizione, Teodosio l’avesse per così dire distinta in due azioni parallele : una marittima, imbarcando cioè Giustina, Galla e Valentiniano 11 per l’Italia, e l’altra terrestre, procedendo egli stesso attraverso le Alpi (1), per sorprendere quanto più fosse possibile all’ improvviso Aquileia. Dall’altra parte le difese di Massimo erano pure duplici: mentre l’usurpatore s’era trattenuto in Aquileia o nei dintorni; Andragazio, che anche secondo Orosio e Paolo Diacono era stato il principale ideatore della difesa, aveva preso il comando di una piccola flotta per andare ad attendere le navi di Teodosio e catturare, ove l’avesse potuto, Valentiniano; Vittore, figlio di Massimo, era stato posto invece al passaggio delle Alpi per impedire da quella parte l’accesso del nemico. Avvenne allora il fatto prodigioso, che gli scrittori Cristiani esaltarono, come conseguenza della giustizia divina contro Massimo ariano e in favore di Teodosio ortodosso che, mentre la piccola flotta di Teodosio sfuggì alla sorveglianza di Andragazio nell’Jonio, Teodosio stesso, malgrado la sorveglianza di Vittore, scese dall’Alpi, prese Aquileia, s’impadronì di Massimo e lo uccise (2). Zosimo aggiunge poi che Arbogaste, generale di Teodosio, ricercò Vittore nel punto in cui si era appostato e sgominò anche questa parte dell’esercito di terra, mentre Andragazio si gettava in mare dalla flotta stessa che aveva comandato. Può interessare qui di rilevare una piccola’ divergenza delle fonti per quanto riguarda l’azione Aquileiese: Zosimo imagina cioè che Teodosio abbia proceduto per la Pannonia e le gole degli Apennini (cioè delle Alpi) e abbia sorpreso, quando meno se lo pensavano, i Massimiani. L’esercito suo, accostatosi con impeto alle mura di Aquileia e forzate le porte (chè lo scarso numero delle guardie non poteva opporre resistenza), abbatte dal (1) Zosimo, IV, 45, 46, veramente scrive che i monti attraversati si chiamavano Appennini; con ciò però indicava le Alpi Carniche; vedi Pais, Italia antica. Ricerche di storia e di geogr. storica II, 379 e seg. (2) Su questo punto insiste particolalniente Pacat., Paneg. 38-39, fino a concludere che Teodosio spatio lucis unius Illyrico continuava Aquileiam; Ausonio, Ordo nob. urb. VII, contrappone all’Ausonio Marte, Teodosio, il Rutupinus latro, cioè Massimo, proclamato, come è noto, dapprima imperatore in Britannia; cfr. PW. S. II, voi. 1, 1284. — 80 -